sabato 30 maggio 2015

La svolta autoritaria è incompatibile con l'Antifascismo e l'A.N.P.I.




Grugliasco, Venerdì 15 maggio 2015


"L'ANPI ha lo scopo di: battersi affinché i principi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni; concorrere alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione Italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli; dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione."
[Statuto Nazionale ANPI, articolo 2, lettere i, l, m]

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti”.
[Primo Levi, 1974]

“Mobilitiamoci per lanciare l’allarme contro un progetto che, unendosi ad una legge elettorale come quella che è stata approvata alla Camera ed al proposito di irrobustire i poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, si risolverebbe in una ulteriore e grave riduzione degli spazi di democrazia, che subiscono da tempo una lenta ma progressiva erosione e che, invece, l’ANPI considera intangibili, alla luce dei princìpi e dei valori costituzionali”.
[Comitato Nazionale ANPI, 18 aprile 2014]



La svolta autoritaria è incompatibile con l'Antifascismo e l'A.N.P.I.

La Sezione ANPI "68 Martiri" di Grugliasco condivide integralmente i contenuti dell'articolo "con perfetto stile fascista" - pubblicato il 15 aprile su Libertà e Giustizia - di Sandra Bonsanti, già autorevole ospite del grande convegno sulla Costituzione organizzato dall'A.N.P.I. Nazionale a Torino il 21/01/15.
Nel 70° anniversario della Liberazione, abbiamo sfilato in corteo il 25 Aprile e il 1° Maggio con uno striscione recante la scritta "A.N.P.I. contro la svolta autoritaria per la Costituzione", in aperta e pubblica presa di posizione contro le politiche autoritarie, revisioniste, militariste, repressive e filopadronali del governo Renzi, che "con perfetto stile fascista, senza discussione" e "con disciplina assoluta" delle forze che lo sostengono, sta realizzando "un vero e proprio colpo di stato".

Solo negli ultimi mesi, il Parlamento ha votato la demolizione dei diritti dei lavoratori definita "job act", lo stravolgimento della Costituzione su ispirazione della J.P. Morgan, la legge elettorale "Italicum", la controriforma scolastica definita "buona scuola" che demolisce la scuola pubblica: scelte che si aggiungono ad altre gravi già assunte (come "fiscal compact", "sblocca Italia", pareggio di bilancio in Costituzione) che restringono sempre più gli spazi di libertà - già ampiamente ridotti - e che combinate insieme sanciscono la fine della democrazia, anche formale, in Italia. Tali provvedimenti sono estranei e contrari allo spirito della Resistenza, nonché ai valori antifascisti espressi nella Costituzione repubblicana, e costituiscono offesa nei confronti dei Caduti per la Libertà nella Guerra di Liberazione.

Hanno espresso voto favorevole a queste leggi anche parlamentari iscritti e dirigenti dell'A.N.P.I., e molti altri dirigenti a livello locale sono promotori di campagne pubbliche per il loro sostegno.
Basta con questa vergogna, questo non è Antifascismo, la Costituzione afferma altro!
Dirigenti A.N.P.I. che abbiano votato a favore di tali provvedimenti non dovrebbero più essere considerati come tali: non si può ricordare la Resistenza quando si è nell'A.N.P.I., affermando a parole di difendere la Costituzione, e poi in Parlamento offendere la memoria dei Caduti, votando contro la Costituzione in favore dell'autoritarismo e della demolizione dei diritti.

Non possiamo più tollerare la presenza di questi indegni rappresentanti istituzionali nella vita associativa dell'A.N.P.I., addirittura con ruoli di responsabilità politica e rappresentativa, come relatori nelle commemorazioni e come oratori ufficiali il 25 aprile, con i foulard partigiani al collo cantando Bella Ciao insieme ai Partigiani, mentre di fatto propugnano l'autoritarismo, anticamera della dittatura.

Giudichiamo incompatibile la permanenza nell'A.N.P.I. di chi, più volte richiamato anche dall'ANPI Nazionale con manifestazioni e appelli, prosegue a sostenere con il proprio voto e le proprie risorse le politiche autoritarie e incostituzionali del governo, incompatibili tanto con i valori e i principi dell'antifascismo espressi dalla Resistenza con il sacrificio di tanti Caduti per la Libertà, quanto con la storia e i principi statutari dell'A.N.P.I.
Riteniamo che si debba porre fine a quest'incoerente, negativa e strumentale presenza all'interno dell'Associazione, che nel corso del tempo ha generato danni all'attività, all'immagine e all'autorevolezza dell'A.N.P.I.
Faremo la nostra parte affinché l'A.N.P.I. diventi sempre di più la casa di tutti gli antifascisti: chi demolisce la Costituzione, chi cancella la democrazia, chi antepone privilegio e profitto ai diritti, offende la Resistenza e insulta i Partigiani, e dovrebbe coerentemente accomodarsi fuori dall'Associazione.

Per la Costituzione, contro la svolta autoritaria: fuori i collaborazionisti dall'A.N.P.I.!

il Comitato di Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco



Con perfetto stile fascista
di Sandra Bonsanti, 15 aprile 2015
Fonte: http://www.libertaegiustizia.it/2015/04/15/con-perfetto-stile-fascista/

Non è la prima volta: molta storia d’Italia, dal secolo scorso ad oggi, è costellata di tentativi di capi del governo di “impossessarsi”, attraverso una legge elettorale, del Parlamento per poter governare come piace a loro.

Riuscì nel 1928 a Mussolini e la legge passò con 161 voti contro 46: oggi nessuno ricorda i 161, ma i nomi di quei 46 sono sempre citati nei libri di storia. Il “Foglio d’ordini” del partito nazionale fascista scrisse che l’approvazione della legge elettorale era avvenuta “con perfetto stile fascista, senza discussione, con disciplina assoluta”. Da allora quando Mussolini entrava nell’aula, quello che restava del Parlamento si alzava in piedi e cantava “Giovinezza”.

Un’altra volta ci provò Alcide De Gasperi con la sua legge truffa proposta dal ministro Scelba che assegnava il 65 per cento dei seggi alla lista che avesse raggiunto il 50 per cento più uno.
Fu adoprata per le elezioni del ’53 e già l’anno successivo venne abrogata.
L’Italicum attualmente alla Camera è un mostro ancora peggiore, aberrante secondo la definizione di molti esperti: non rappresenta l’elettorato ma le scelte del capo del partito; consegna la Camera e quel po’ di istituzioni rimaste a una minoranza, creando una situazione di premierato assoluto, di elezione diretta del presidente del consiglio.

In questa situazione allarmante Renzi si diverte ancora a dire che nulla può cambiare altrimenti sarebbe come giocare a Monopoli. Si parla invece di mettere la fiducia, dovessero traballare i numeri all’ultimo momento. E Giorgio Napolitano è riuscito a inserirsi nel dibattito in corso cercando di bloccare qualunque iniziativa il presidente Mattarella avesse voluto prendere.

Un vero e proprio colpo di Stato. Contro il quale i cittadini sono disarmati e impotenti. E i parlamentari intimiditi dalla minaccia di essere cacciati dal partito e di elezioni anticipate.

A settant’anni dalla Liberazione non c’è proprio da festeggiare.

mercoledì 20 maggio 2015

Facciamo vivere l'ex casema di via Asti, luogo di memoria Partigiana e Antifascista





Grugliasco, Venerdì 15 maggio 2015

APPELLO ALL'ANPI PROVINCIALE DI TORINO

Facciamo vivere l'ex caserma di via Asti,
luogo di memoria Partigiana e Antifascista torinese

Per la tutela dei luoghi della memoria della Resistenza partigiana
Per il rispetto dei Caduti della Libertà nella Guerra di Liberazione dal nazifascismo 1943-1945
Per la promozione dell'antifascismo militante e sociale in aderenza ai principi della Costituzione


La situazione dei locali dell'ex caserma di Via Asti a Torino, già sede durante l'occupazione nazifascista di torture e di crimini commessi contro partigiani, antifascisti e civili oppositori del regime nazifascista, è tornata in questo periodo a godere di un'attenzione che da tanto tempo non le veniva più dedicata.

Merito appartiene a quelle compagne e quei compagni, associazioni e soggetti sociali che hanno preso a cuore il destino di quella realtà, riversando energicamente tutta la loro voglia di restituire quelle mura alla storia dell'umanità cittadina.

Dopo aver simbolicamente celebrato le ricorrenze del 70° anniversario della Liberazione all'interno dell'ex caserma, i giovani impegnati nel ripristino delle condizioni di salute ambientale stanno riuscendo nell'impresa di ridare il giusto decoro ad una pietra miliare della memoria resistenziale torinese.

Domenica 3 maggio, il Presidente della Sezione A.N.P.I. "68 Martiri" di Grugliasco, partigiano combattente Antonio Falbo, ha potuto visitare, non riuscendo a contenere l'emozione, quegli stessi luoghi dove fu tenuto prigioniero più di 70 anni fa e nei quali condivise la sorte della detenzione con un illustre compagno di cella, il dottor Aurelio Peccei, anche lui imprigionato in via Asti.

Il destino dell'ex caserma di via Asti risiede tutto nello sguardo che l'anziano partigiano Antonio Falbo ha potuto posare al Memoriale dei Caduti interno, su quei muri, su quelle porte, su quelle stanze, così drammaticamente familiari: lo sguardo di chi sa di aver passato momenti terribili correndo forti rischi, e di esserne sopravvissuto anche nel nome della necessità di continuare a testimoniare cosa fu la barbarie fascista in Italia e a lottare per impedire il suo ritorno.

Tra quelle mura risiede la sua memoria, cicatrice indelebile per tutta la sua vita, come quella dei tanti partigiani e antifascisti che passarono di lì, colpevoli di opposizione al regime fascista: pensare di perdere quel luogo - magari permettendo che venga trasformato in un supermercato, in un hotel o in tante villette a schiera - significherebbe demolire il sacrificio compiuto nella lotta per la Libertà e la giustizia sociale, significherebbe demolire un simbolo di quel mondo diverso e possibile sognato durante la Resistenza.

Quelle mura, ieri chiuse e sconosciute, grazie ad uno straordinario lavoro collettivo, oggi possono finalmente accogliere giovani e studenti, indigenti e sfollati, profughi e rifugiati di guerra: quei luoghi oggi possono acquisire la funzione sociale che renderebbe giustizia a chi della privazione sociale fu vittima.
L'ex caserma di via Asti ha il compito di diventare un luogo di "memoria presente", di "passato redento" e di "ingiustizia sanata".

Abbiamo bisogno di continuare a vedere un impegno concreto in questa direzione, sentiamo l'esigenza di continuare e tenere viva la memoria e valorizzati i suoi riferimenti, sia nel rispetto della generazione della Resistenza e sia per le giovani generazioni di ogni tempo, presente e futuro, nella convinzione che anche i giovani sentano la necessità di battersi per non rivivere i drammi del passato.

L’A.N.P.I., Ente Morale dal 1945, anche in base alla propria storia e al proprio Statuto nazionale, è il soggetto maggiormente titolato per promuovere, sostenere e diffondere iniziative e processi di partecipazione dal basso che abbiano come finalità la salvaguardia e la difesa dei luoghi della memoria partigiana presenti sul territorio.

Sentiamo quindi l'esigenza di chiedere all'A.N.P.I. Provinciale di Torino di farsi promotore - nel rispetto del proprio ruolo - di un percorso comune con tutte le Sezioni della provincia e con tutti quei soggetti, istituzionali e non, che si vorranno aggregare sinergicamente all'iniziativa già in corso, al fine di riuscire a dare una giusta collocazione e una corretta fruizione sociale all'ex caserma di via Asti, mantenendo immutata la sua natura memoriale e sottraendola alla pericolosa speculazione edilizia e commerciale.

In questo modo verrà donato a tutti i partigiani come Antonio Falbo un segnale tangibile del fatto che i loro sforzi e i loro sacrifici non sono stati vani.

Partecipiamo alla riapertura dell'ex caserma di via Asti e permettiamo a tutti coloro che varcheranno quelle mura di trovare, questa volta, cultura, pace, giustizia e libertà.

Firmatari:
- Antonio Falbo, Partigiano Combattente 40° Brigata Matteotti - Presidente Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco
- Fulvio Grandinetti, Vicepresidente ANPI "68 Martiri" Grugliasco e Coordinatore commissione Scuola Provinciale
- Comitato di Sezione A.N.P.I. "68 Martiri" Grugliasco (approvato il documento il 15 maggio 2015)

mercoledì 13 maggio 2015

SCUOLA AUTORITARIA SCUOLA ANTIDEMOCRATICA: Assemblea pubblica sulla "buona scuola" a Grugliasco mercoledì 27 maggio h 21



SCUOLA AUTORITARIA, SCUOLA ANTIDEMOCRATICA
"Buona scuola" DDL 2994: la controriforma del governo Renzi che demolisce la scuola pubblica

ASSEMBLEA PUBBLICA Mercoledì 27 maggio h 21
Grugliasco, piazza Matteotti 50 - sala consiliare "Sandro Pertini"

Intervengono:

- CHIARA ACCIARINI, Vicepresidente ANPI Provinciale

- MATTEO SAUDINO, Comitato Insegnanti Arrabbiati Torino

- STEFANO MATTONE, docente scuola media Bobbio Torino

- MARIANO TURIGLIATTO, docente ITIS Majorana Grugliasco

- LIVIO SERA, rappresentante studenti Collettivo Alterpolis

Coordina Fulvio Grandinetti, ANPI Grugliasco


"Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere."
[Italo Calvino, Partigiano e scrittore]

giovedì 7 maggio 2015

I Partigiani Sovietici nella Resistenza Italiana: video su Nicola Grosa + presentazione libro di Anna Roberti



1945-2015: 70° anniversario della Vittoria contro il nazismo

I Partigiani Sovietici nella Resistenza Italiana

Venerdì 22 maggio 2015 h 21.00
Grugliasco, via La Salle 4 sede ANPI 2° piano


------->>> Proiezione documentario: "NICOLA GROSA MODERNO ANTIGONE. INDAGINE SUI PARTIGIANI SOVIETICI CADUTI IN PIEMONTE DURANTE LA RESISTENZA" di Mario Garofalo, 2012, 53'

-------->>> Presentazione del libro: "DAL RECUPERO DEI CORPI AL RECUPERO DELLA MEMORIA. NICOLA GROSA E I PARTIGIANI SOVIETICI NEL SACRARIO DELLA RESISTENZA DI TORINO", 2014, Impremix

Ne discutiamo con l'autrice ANNA ROBERTI

Introduce e coordina Fulvio Grandinetti, Vicepresidente ANPI "68 Martiri" Grugliasco

GLORIA ETERNA ALL'ARMATA ROSSA!

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Introduzione al video

L'associazione culturale Russkij Mir di Torino prosegue l'opera di recupero della memoria dei partigiani sovietici che combatterono in Piemonte durante la guerra di liberazione 1943-45, a fianco degli italiani, a cui aveva già dedicato il documentario "Ruka ob ruku - Fianco a fianco".
In questo nuovo progetto, la loro vicenda si lega strettamente alla figura di Nicola Grosa che, ex partigiano torinese, negli anni Sessanta andò per le montagne piemontesi a recuperare i corpi di chi era morto combattendo e aveva avuto sommaria sepoltura. Questi resti furono poi tumulati nel Campo della Gloria (Sacrario della Resistenza) del Cimitero Monumentale di Torino e, tra i più di 900 corpi recuperati da Grosa, molti sono quelli di partigiani stranieri, per la maggior parte sovietici.
Il documentario parte da alcuni casi particolari (il nipote di un partigiano georgiano che cerca la tomba del nonno morto sul Colle del Lys, la storia dei russi e degli ucraini fucilati in Valle d'Aosta al bivio tra Nus e Fénis) per ampliare la visuale sul problema dei sovietici tumulati come ignoti o con i nomi storpiati e di cui si cerca di risalire alla vera identità, per completare l'opera di Grosa e consegnare le loro storie alla memoria dei contemporanei.
In un rimando continuo di immagini e suoni del passato e del presente, sono due i temi importanti affrontati dal documentario: la scoperta della figura del torinese Nicola Grosa e della sua epica impresa di seppellitore dei partigiani dispersi, con tutto il valore che può derivarne in un'epoca così disattenta alla memoria, e il contributo dato dai partigiani sovietici alla Resistenza italiana, ancora così poco noto.

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Introduzione al libro

Sono trascorsi 70 anni dalla fine della II Guerra Mondiale e 50 dalla sistemazione di parte del Cimitero Monumentale di Torino a "Sacrario della Resistenza" in cui onorare le spoglie dei partigiani caduti nella lotta al nazifascismo. Tra questi, si trovano una novantina di soldati provenienti dall'Unione Sovietica.
La "missione" laica di Nicola Grosa che si occupò di recuperare i loro corpi, si salda alla ricostruzione della vita, della militanza partigiana e delle circostanze della morte di questi partigiani sovietici e dei ricordi di chi, invece, ebbe la fortuna di potere tornare in patria. Ricostruire con la massima esattezza i nomi e le storie dei caduti è il modo migliore per trasmettere ai giovani la cultura della tolleranza, della libertà e insegnare loro a opporsi con tenacia a ogni tipo di sopraffazione, di razzismo, di xenofobia, di neofascismo.


sabato 2 maggio 2015

Ancora scritte fasciste alla Casa del Popolo di Grugliasco: solidarietà ANPI ai Comunisti d'Italia!




Grugliasco, Venerdì 2 Maggio 2015

FUORI I FASCISTI DA GRUGLIASCO!

Ancora una volta, come nel novembre 2014, la sede del Partito Comunista d'Italia "Antonio Gramsci" - Casa del Popolo "Enrico Berlinguer" di Grugliasco è stata imbrattata con simboli nazifascisti.

I fascisti prosperano in un clima di crisi economica e di valori, in un più ampio contesto di sfruttamento e violenza strutturale diffusa. La responsabilità ricade in primo luogo sul governo e sulle forze politiche che lo appoggiano, per le loro politiche autoritarie, repressive e filo-padronali di impoverimento della popolazione, di cancellazione dei diritti dei lavoratori e di demolizione della Costituzione.

Il riemergere di movimenti nazisti e fascisti è strumentale a obiettivi capitalisti. Ciò è favorito e tollerato dalle istituzioni anche grazie all'equiparazione governativa tra fascismo e antifascismo, determinata ad esempio dalla mancata applicazione delle leggi Scelba (645/52) e Mancino (205/93), dalla premiazione nel decennio 2005-2015 di oltre 300 nazifascisti della RSI con medaglia al valore tramite la legge 92/2004 (giorno del ricordo, di cui l'ANPI Nazionale ha chiesto la sospensione), dal sostegno al golpe nazista in Ucraina e dall'astensione italiana sul voto contro il nazismo all'assemblea ONU del 21/11/14.

La Resistenza vive ed è in cammino verso il futuro: dobbiamo proseguire con intelligenza e lucidità, facendo la cosa giusta al momento giusto, vigilando sui territori e praticando la Costituzione, promuovendo la cultura dell'antifascismo in ogni contesto locale (sociale, culturale, scolastico, politico).

Nel perenne ricordo dei 68 Martiri di Grugliasco del 29 e 30 aprile 1945, inviamo al Partito Comunista d'Italia fraterna solidarietà, richiamiamo all'unità le forze antifasciste locali e rinnoviamo la nostra ferma e determinata lotta contro ogni eversione fascista e reazionaria.

PER LA COSTITUZIONE, CONTRO LA SVOLTA AUTORITARIA:
IL FASCISMO NON PASSERÀ!


Il Comitato di Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco