giovedì 28 gennaio 2010

ANPI Nazionale: Saluto al Congresso di ArciGay


Roma, 27 gennaio 2010

alla cortese attenzione di Aurelio Mancuso, Presidente Nazionale Arcigay

Caro Presidente,
per motivi legati alle mie condizioni di salute, non posso essere presente tra voi.
Giunga, comunque, a te e a tutti gli amici qui riuniti, mio tramite, il saluto affettuoso dell’Anpi Nazionale per questo vostro rinnovato appuntamento congressuale e l’augurio che possa costituire un’occasione importante per riportare all’attenzione pubblica il tema urgente della tutela e della promozione dei diritti civili. La Costituzione della Repubblica stabilisce nell’articolo 3 che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Questo è il credo dell’ANPI e siamo accanto a chiunque si batta per affermarlo.

Raimondo Ricci
Presidente Nazionale ANPI

mercoledì 27 gennaio 2010

Giornata della Memoria - 65° Anniversario della Liberazione di Auscwitz da parte dell'Armata Rossa



Visitatore,

osserva le vestigia di questo campo

e medita:

da qualunque paese tu venga,

tu non sei un estraneo.

Fa che il tuo viaggio non sia stato inutile,

che non sia stata inutile la nostra morte.

Per te e per i tuoi figli,

le ceneri di Oswiecim valgano di ammonimento:

fa che il frutto orrendo dell’odio,

di cui hai visto qui le tracce,

non dia nuovo seme,

né domani né mai.



Primo Levi

lunedì 18 gennaio 2010

Treno della Memoria 2010: informazioni e date dei gruppi



“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.”
(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955)


Mercoledì 20 gennaio 2010 partiranno i primi 700 ragazzi con il Treno della Memoria, ormai arrivato alla quinta edizione.

Il Treno della Memoria è un'iniziativa dell'Associazione Terra del Fuoco, che punta a realizzare con i giovani di tutta Italia un percorso di conoscenza e educazione alla storia.

I partecipanti, studenti provenienti da dieci regioni italiane, vengono coinvolti in un progetto che si protrae per l'intera durata dell'anno scolastico, fatto di incontri e laboratori finalizzati ad insegnare l'importanza della Memoria per il nostro Paese. Culmine del percorso è il viaggio degli studenti, accompagnati dai giovani educatori di Terra del Fuoco, in Polonia, dove verranno portati a visitare i campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz e Birkenau. La conclusione del percorso promosso da Terra del Fuoco si ha nella celebrazione collettiva del 25 aprile.


La Conferenza stampa di presentazione dell'edizione 2010 del Treno della Memoria si terrà appena prima della partenza del primo treno, mercoledì 20 gennaio 2010 alle ore 9.30 al Teatro Regio di Torino.

Interverranno, per raccontare l'iniziativa:

Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino

Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte

Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino

Oliviero Alotto, Presidente Terra del Fuoco

Stefano Tassinari, Presidente delle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) torinesi

Tonino Calvano, Presidente del Comitato Provinciale CRI Torino

ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia

ANED, Associazione Nazionale Ex Deportati

Sul primo treno in partenza da Torino, viaggerà, insieme agli oltre 700 ragazzi piemontesi, una delegazione di 13 giovani abruzzesi vittime del terremoto di aprile 2009.

Il tema del percorso educativo dell'edizione 2010 del Treno della memoria sarà il narcotraffico e la spirale di sfruttamento internazionale messa in moto da questa economia illegale.


Storia del treno:

Nella primavera del 2004 l’Associazione Terra del Fuoco organizzò la manifestazione “Piemonte Fabbrica di Cultura”, una settimana di scambio culturale delle “culture underground” piemontesi nella città polacca di Cracovia. Nel giorno di pausa della kermesse alcuni dei soci decisero di visitare il vicino Museo Internazionale dell’Olocausto di Auschwitz – Birkenau, e uscirono da quell’esperienza con la convinzione che tutti i giovani dovessero, almeno una volta nella vita, essere testimoni diretti di quell’orrore. Così nacque il progetto Treno della Memoria.

Era il gennaio del 2005 quando il primo Treno della Memoria partì alla volta di Cracovia con 600 giovani piemontesi e 50 leccesi, guidati dai giovanissimi educatori dell’Associazione Terra del Fuoco.

Da allora quei 700 ragazzi sono diventati più di 9000 e il progetto è cresciuto arrivando a coinvolgere quasi 10 regioni italiane nell’edizione del 2010. Da un’idea di un gruppo di giovanissimi torinesi, è nato un progetto che oggi raggiunge tutta Italia.

La crescita del progetto non si limita però alle cifre: dalla sua prima edizione il Treno si è arricchito di un percorso educativo che affianca i giovani partecipanti per un intero anno scolastico, con incontri formativi che precedono e seguono il viaggio e che si chiudono con la celebrazione, tutti insieme, del 25 aprile.

Il progetto ha, sin dalle sue origini, il sostegno della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Torino e oggi anche delle Regioni, Province e Comuni che sempre più numerosi hanno aderito e continuano ad aderire al Treno della Memoria.


Educare è saper insegnare l’uso della libertà

Percorso educativo:

Il Treno della Memoria non è solo un viaggio, è un percorso di crescita che mira a stimolare nei suoi partecipanti la consapevolezza del loro ruolo di cittadini attivi, italiani ed europei, dei loro doveri, diritti e responsabilità verso la società e verso le persone. Il percorso educativo affrontato dai ragazzi si snoda in quattro fasi chiave: Storia, Memoria, Testimonianza e Impegno.

È un percorso che va controcorrente puntando su risultati di lungo periodo, nella convinzione che la chiave del miglioramento e della crescita sia dare ai ragazzi gli strumenti per capire e analizzare la realtà e per dialogare con gli altri.


Il Treno parte quindi con un percorso di formazione articolato in quattro incontri di gruppo. Con i metodi dell’educazione fra pari e non formale, i partecipanti vengono preparati da giovani e competenti educatori ad affrontare il viaggio e la visita al campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau con la consapevolezza e la conoscenza storica del nostro passato. Attraverso il gioco, lo studio, l’ascolto di testimonianze dirette, il dialogo e l’immedesimazione, i ragazzi vengono stimolati e guidati in una prima analisi delle dinamiche che hanno portato ai fatti tragici che hanno coinvolto tutta l’Europa nella metà del secolo scorso e di cui siamo stati protagonisti e autori, perché non si ripetano mai più.


Il primo incontro è un momento di presentazione e conoscenza reciproca. L’educatore spiegherà ai ragazzi il senso del progetto e attraverso attività di group building romperà il ghiaccio favorendo la formazione di un gruppo unito e un clima di dialogo e di scambio, fondamentale per la riuscita del percorso.

Il secondo incontro per i partecipanti di Torino è costituito dal Memobus: un autobus che attraversa la città facendo tappa nei luoghi chiave della deportazione, che saranno raccontati attraverso performance teatrali dalla compagnia guidata dal regista torinese Marco Alotto. Per tutte le altre regioni si procederà invece con un laboratorio pensato per stimolare i ragazzi alla riflessione sui totalitarismi (nazismo e fascismo) e sulle precarie condizioni di vita della popolazione civile durante la guerra.

Nel terzo incontro verrà proposto ai ragazzi un gioco di ruolo, che servirà a proseguire la formazione storica e ad aprire una riflessione che parta dagli avvenimenti passati per arrivare al concetto di responsabilità individuale e collettiva.


Treni:


1. Con il 1° Treno partono tutti i ragazzi della città di Torino e alcuni ragazzi della provincia di Torino, oltre a 13 ragazzi abruzzesi vittime del terremoto dell'aprile 2009.

Partenza da Torino mercoledì 20 gennaio e arrivo a Torino martedì 26 gennaio.


2. Con il 2° treno partono i ragazzi di Roma (10), della Campania (100), della Liguria (22), della Calabria (16), della Valle d'Aosta (62).

Partenza da Torino mercoledì 27 gennaio e arrivo a Torino martedì 2 febbraio.


3. Con il 3° treno partiranno i ragazzi dal Trentino Alto Adige (400), del friuli Venezia Giulia (250), di Cesena (50), della Sicilia (30).

Partenza da Trento giovedì 4 febbraio e arrivo a Trento mercoledì 10 febbraio. Il Treno farà due fermate intermedie a Verona e Udine


4. Con il 4° treno partiranno i ragazzi dalla Puglia (600) e dalla Calabria (150).

Partenza da Bari venerdì 12 febbraio e arrivo a Bari giovedì 18 febbraio.

domenica 17 gennaio 2010

L'ANPI Nazionale sulla 65° Giornata della Memoria


L'ANPI sulla 65° Giornata della Memoria

Roma, 15 gennaio 2010

Il 27 Gennaio verrà celebrata la Giornata della Memoria, nella quale il Paese intero ricorderà le vittime dell’Olocausto, delle leggi razziali, delle deportazioni; lo sterminio dei rom e degli omosessuali; tutti coloro che si opposero ai massacratori, fino all’estremo sacrificio: antifascisti, militari, gente comune, animata da generoso e incomparabile istinto umanitario.
Un’occasione preziosa di memoria collettiva, questa Giornata, ma anche di ferma assunzione di responsabilità nel presente e per il futuro affinché si rafforzi nel Paese quella coscienza civile necessaria a contrastare ogni manifestazione di razzismo e antisemitismo ancor oggi presenti e diffusi in Italia come nell’Europa intera.
L’ANPI impegna tutta l’Associazione affinché in collaborazione con le Istituzioni, col mondo dell’antifascismo, della Resistenza, della deportazione politica e razziale, delle comunità ebraiche, con le associazioni democratiche e le forze sindacali, la Giornata della Memoria sia un evento effettivamente nazionale.
Decisivo sarà il coinvolgimento del mondo della scuola e dei giovani tutti.
Il futuro ha la loro coscienza e le loro mani e l’impegno nella trasmissione della memoria e dei valori di libertà, giustizia, pace e democrazia deve essere massimo.
E di tutti.

sabato 16 gennaio 2010

ANPI Nazionale: a Pecorara (PC) cancellata Piazza 25 Aprile



Comunicato dell'ANPI Nazionale

A Pecorara, comune della provincia di Piacenza, luogo simbolo della Resistenza al nazifascismo, il sindaco Franco Albertini ha cancellato Piazza 25 Aprile.
Un affronto a quanti hanno sacrificato la loro vita per la libertà, alla Costituzione della Repubblica, nata dalla Resistenza, all’Italia tutta, che su queste radici ha costruito la democrazia. Un affronto che non ha assunto il dovuto rilievo nazionale, fatto che denunciamo con forza: è in corso un attacco senza precedenti ai valori e ai principi che fondano la nostra convivenza civile, la nostra Repubblica. Chiudere gli occhi è irresponsabile.
L’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, nel richiamare tutti i democratici ad associarsi alla sua denuncia e a mobilitarsi con opportune iniziative, chiede l’immediata revoca di questo vergognoso provvedimento.

ANPI - Comitato Nazionale
ANPI - Comitato Provinciale di Piacenza


La solidarietà di Articolo 21

“Raccogliamo e facciamo nostro l’appello dell’ANPI e chiediamo a tutti i media nazionali di illuminare a giorno questa vicenda che non può essere derubricata a fatterello marginale perché questo è un episodio non isolato ma corrisponde purtroppo allo spirito dei tempi, alla volontà di spiantare il ricordo del 25 aprile e dileggiare la resistenza e l’unità antifascista che sono valori fondanti della nostra Costituzione”. Lo affermano Giuseppe Giulietti e Federico Orlando, portavoce e presidente di Articolo21. “Chiediamo ai media di raccontare questa vicenda e di non cancellarla e siamo sicuri che il ministro degli Interni vorrà vigilare e fare tutti i passi affinché questo scempio non si compi. Articolo 21 ha deciso di invitare all’assemblea nazionale di Acquasparta che si terrà il 22-23-24 gennaio i rappresentanti dell’ANPI per concordare opportune iniziative”.


Comunicato dell'ANPI Provinciale di Piacenza

Il XXV Aprile è un anniversario e un nome gioioso, perché ricorda la fine della seconda guerra mondiale, la sconfitta della Germania nazista, la soppressione del fascismo, il ritorno della pace e della libertà. Ma è anche un nome che ci invita a ricordare le distruzioni, sofferenze e lutti immani, in cui l'Europa era stata precipitata dalla volontà di potenza e dalle pulsioni di violenza di movimenti e regimi politici totalitari e razzistici. Ed è infine un nome posto a doverosa memoria e riconoscenza di chi in quel tempo ha sentito il dovere ed ha avuto il coraggio in quel tempo di mettere volontariamente a rischio la propria vita per fronteggiare e debellare la barbarie.
A valorizzare il XXV Aprile, onorando la memoria dei combattenti e dei caduti del proprio territorio, dovrebbero quindi essere innanzitutto coloro che oggi presiedono ad istituzioni pubbliche fondamentali della nostra democrazia, cioè gli amministratori dei Comuni. La nostra Anpi infatti ne ha sempre ricercato l'intesa e la collaborazione per le innumerevoli iniziative che promuove.
Anche l'annuale manifestazione a Pecorara l'abbiamo sempre organizzata in collaborazione con il Comune, senza badare alla caratterizzazione partitica degli amministratori. Proprio il territorio del comune di Pecorara fra l'altro è stato uno dei punti focali della lotta partigiana in provincia di Piacenza. Ha ospitato le prime bande di resistenti ed è poi diventata la sede del Comando e dei servizi logistici della più grande formazione partigiana piacentina, la Divisione Piacenza del comandante Fausto. Gli aerei degli alleati anglo-americani vi hanno effettuato diversi lanci di materiali, destinati anche ai partigiani pavesi. Anche in conseguenza di questa intensa presenza di forze della Resistenza, quello di Pecorara è stato inoltre un territorio soggetto a pesanti incursioni e rastrellamenti delle forze militari nazifasciste. Con rischi, paure e sofferenze per tutta la popolazioni e molti caduti partigiani: almeno venticinque, fra i quali il capo della missione alleata incaricato dei collegamenti radio, il lucchese Manfredo Bertini, alla cui memoria è stata poi conferita la medaglia d'oro al valor militare.
E non per caso il cappellano dei partigiani piacentini, don Giovanni Bruschi, ha voluto essere sepolto nel cimitero di Pecorara.
Riteniamo pertanto che gli amministratori comunali di Pecorara, di ogni parte politica, dovrebbero essere orgogliosi del contributo del proprio territorio e dei propri cittadini alla lotta di Liberazione e dovrebbero di conseguenza essere impegnati a preservarne la memoria. Abbiamo quindi appreso quasi con incredulità la notizia che l'attuale sindaco, Franco Albertini, ha fatto approvare dalla sua giunta la cancellazione dalla toponomastica comunale di Piazza XXV Aprile, cioè del nome che in passato l'amministrazione aveva attribuito a una delle due piazzette che si era riusciti a delimitare fra le costruzioni del vecchio abitato di Pecorara.
L'Anpi giudica e denuncia tale decisione come un atto di inaudita violenza nei confronti della memoria e della storia. E ricorda che è caratteristico solamente dei regimi di potere totalitari e dispotici l'uso di cancellare certi nomi dai libri e dalla toponomastica nel tentativo di abolire i fatti storici non graditi.
Le motivazioni pretestuose e le modalità in violazione di legge della decisione ne evidenziano ulteriormente la natura prevaricatrice. Il sindaco Albertini dichiara infatti che si è voluto cambiare nome alla Piazza XXV Aprile per valorizzare un personaggio che ha dato lustro a Pecorara. Ma al cardinale Iacopo in questione - il cui rapporto con il territorio di Pecorara consisterebbe nell'esserne stato, nel XIII secolo, titolare di diritti e prebende feudali - è già intitolata l'altra piazzetta del capoluogo, quella più significativa perchè vi si trovano il Municipio e la Chiesa parrocchiale. Inoltre, come è stato fatto rilevare dalla minoranza consiliare di Pecorara, la fretta di cancellare "Piazza XXV Aprile" ha portato la giunta ad assumere un atto illegittimo. La vigente normativa di legge non permette infatti che i nomi delle vie e delle piazze, considerate un bene culturale pubblico, possano essere cambiati semplicemente al mutare del colore politico delle giunte. Sono indispensabili ineccepibili motivazioni da parte dell’Amministrazione ed il consenso della Soprintendenza regionale ai Beni Culturali.
Pertanto, l'Anpi di Piacenza difenderà anche sul terreno del diritto la permanenza a Pecorara di Piazza XXV aprile, ma innanzitutto sollecita un pronunciamento e un impegno a difesa della memoria e dei valori della Resistenza antifascista e della lotta d Liberazione, rivolgendosi a tutte le forze che si riconoscono nella Costituzione della nostra Repubblica, che da quei valori è nata. A tal fine questa presa di posizione sarà inviata a tutti i Sindaci della provincia e agli altri rappresentanti delle istituzioni pubbliche democratiche.
Vogliamo, però, anche rivolgerci direttamente al sindaco Albertini e agli altri uomini che reggono l'amministrazione del Comune di Pecorara. Se è effettivamente vero, come dichiarato, che l'intenzione non era quello di cancellare il significato del 25 Aprile, e se la decisione presa è la conseguenza di una qualche improntitudine di un sindaco nato, come ha voluto precisare, nel 1966, e quindi non particolarmente attento alle sensibilità di chi ha vissuto e combattuto il fascismo, ebbene si lasci allora che la deliberazione illegittima assunta decada senza effetti, si eviti di coinvolgere in polemiche le previste iniziative attorno alla figura del cardinale Jacopo, lasciando alla memoria dell'alto prelato la piazza che già porta il suo nome e la Piazza XV Aprile alla memoria dei più recenti protagonisti della vittoriosa lotta di Liberazione. Siamo certi che in tal In tal modo gli amministratori comunali di Pecorara rappresenteranno meglio anche i sentimenti dei loro concittadini che ad esempio, solo pochi mesi fa, il 26 luglio scorso, con l'apposizione di un targa in marmo nel centro abitato di Cicogni, hanno voluto ravvivare la memoria di tre ragazzi italiani uccisi dai nazifascisti - Alfio Anastasi originario di Arcireale, Sunter Foglia di Trivero di Vicenza, Tarcisio Gamba di Mazzo di Valtellina - incidendo sulla targa "Qui morirono per la libertà e l'onore del nostro Paese".
L'Anpi di Piacenza nel calendario delle sue iniziative per questo 2010 ha ipotizzato di caratterizzare la manifestazione commemorativa dei caduti partigiani nel comune di Pecorara, che tradizionalmente si tiene nel mese di maggio, con un convegno interprovinciale rivolto a ripercorrere storicamente l'insieme degli eventi della Resistenza che nel territorio di Pecorara hanno avuto il loro fulcro, esaminando anche aspetti critici di tali eventi. Prossimamente avremmo avanzato la nostra proposta al sindaco Albertini, per concordarne i particolari e realizzarla in collaborazione con il Comune. Ci auguriamo che la cosa possa ancora avvenire. Ma se si persiste nella decisione di cancellare Piazza XXV Aprile, nessun rapporto nostro sarà più possibile con questa compagine amministrativa e nel contempo compiremo ogni sforzo perché nella prevista scadenza di maggio proprio in tale piazza si tenga una grande manifestazione interprovinciale degli antifascisti e democratici.

Piacenza, 16 gennaio 2010
La Presidenza dell’ANPI di Piacenza

venerdì 15 gennaio 2010

Salviamo la memoria partigiana: una sfida per i 150 anni dell’Italia



L'A.N.P.I. di Grugliasco aderisce all'appello di Carlin Petrini per salvare la memoria partigiana in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia

Antonio Falbo - Presidente ANPI, Sezione “68 Martiri” di Grugliasco
Ci riferiamo all'iniziativa lanciata da Carlin Petrini «Salviamo quel che resta della Memoria Partigiana» di cui siamo venuti a conoscenza grazie ad alcuni cittadini sensibili che ci hanno portato gli articoli del vostro giornale dell'11 Dicembre 2009. Come ANPI di Grugliasco, sulla stessa linea delle altre ANPI che già si sono espresse su questo, riteniamo lodevole ed apprezzabile l'iniziativa e vorremmo aderirvi per poter darle il nostro contributo ed il rilievo che merita. Disponiamo sia di materiale documentale sulla storia e sui fatti sia locali che generali, ma anche di «testimoni» dell'epoca, ovvero partigiani la cui memoria è ancora viva e potrebbe essere messa a disposizione per il progetto.


Articolo apparso su La Repubblica dell'11 Dicembre 2009

Salviamo la memoria partigiana: una sfida per i 150 anni dell’Italia
La Resistenza è stata il compimento del Risorgimento: un moto popolare che era mancato nel secolo prima.


La memoria è un bene fragile, che va trattato con cura e rispetto. La saggezza dei nostri vecchi ci ha insegnato, con l´esempio più che con la parola, che noi siamo ciò che siamo stati. Siamo cresciuti con l´idea che il nostro presente è frutto e superamento, ma non cancellazione, del nostro passato. Eppure ho sempre più l´impressione che oggi si tenda a dimenticare, quando non a mistificare, il passato. Ma vi è di peggio ed è la pretesa ormai imperante di vivere schiacciati e prigionieri del presente. È il discutibile «presente continuo» di cui parla con giustificato allarme lo storico inglese Eric Hobsbawn. Sento crescere intorno a me questa tendenza, che ha come logico corollario il fare tabula rasa della nostra storia, anche la più recente. Credo sia giunta l´ora di reagire. E di farlo coi i soli strumenti a nostra disposizione: riallacciando i fili di un rapporto intergenerazionale che recuperi le memorie grandi o minime delle persone anziane. Il 150° anniversario dall´Unità d´Italia ci offre un´occasione formidabile per riflettere su questi temi. Mi permetto di avanzare pubblicamente una proposta di lavoro volta a salvare da sicura dispersione le memorie della Resistenza piemontese, una stagione che molti vorrebbero dimenticare. E non paia strano associare Risorgimento e Resistenza.

La lotta di Liberazione è stata il compimento del Risorgimento perché ha messo in campo uno straordinario e non più ripetuto moto di partecipazione popolare, esattamente ciò che era mancato al processo unitario del secolo precedente. È con la Resistenza che le masse popolari irrompono sulla scena pubblica italiana, tra l´altro riscattando agli occhi del mondo l´onore e il decoro dell´Italia reazione alla repubblica fascista di Salò asservita all´invasore tedesco.

Sono ancora in vita, sparsi per il Piemonte, i testimoni di quella stagione. Persone che hanno vissuto sulla loro pelle quegli eventi. Parlo di uomini e donne, partigiani e staffette, militari internati per avere rifiutato di servire Salò, civili che aiutarono i resistenti e le vittime del tempo, a cominciare dagli ebrei perseguitati. Sono ancora in centinaia, forse migliaia. Ma la loro voce si fa sempre più flebile, ogni giorno qualche tessera di ciò che resta di quel mosaico di esperienze ed emozioni se ne va nel mondo dei più. E noi ci scopriamo sempre un po´ più poveri, perché con loro scompare un patrimonio realmente insostituibile, non rigenerabile.

Ecco allora la proposta di lavoro: onorare degnamente il 150° dell´Unità d´Italia salvando quando resta della memoria della Resistenza piemontese attraverso video interviste ai testimoni di quell´epopea. A tutti i testimoni di quell´epoca. Sono consapevole che questo lavoro da anni è svolto in modo egregio dagli Istituti storici della Resistenza. So bene che da tempo numerosi privati cittadini spendono il loro tempo e il loro entusiasmo per salvare su pellicola i ricordi di chi visse quella stagione. A loro rivolgo un ringraziamento per il lavoro che nella discrezione e nell´anonimato hanno condotto e continuano a svolgere. È il loro un atto d´amore per il nostro Paese, per la patria grande, l´Italia, e forse ancor più per quella cita, il Piemonte. Tuttavia queste esperienze, come è inevitabile sia, sono necessariamente contenute in ambiti territoriali più o meno ristretti. Oppure coinvolgono alcuni testimoni ma non tutti i soggetti potenzialmente interessati. Io credo sia giunta l´ora di superare questa frammentazione.

Propongo dunque alle istituzioni, in primo luogo alla Regione Piemonte ma non solo, ai soggetti pubblici e privati attivi su questi temi (Istituti storici della Resistenza, centri studi locali, Banca della Memoria, ecc) di promuovere un progetto che entro il 31 dicembre 2010 consenta la sistematica videofilmatura di tutti i protagonisti e testimoni della stagione resistenziale piemontese. Si tratta di coordinare e, in alcune limitate realtà ove non vi siano, creare piccole troupe di giovani operatori e storici che risalgano le colline e le montagne per salvare la memoria di protagonisti, comprimari o semplici comparse che animarono quella pagina di storia patria che si chiama Resistenza.

È un progetto ambizioso, ne sono consapevole. Eppure sono certo che in Piemonte, nei grandi centri come quelli più sperduti, vi sono istituzioni e singoli che non aspettano altro che di essere coinvolti per dare una mano. Si parla spesso di sussidiarietà, cioè del privato che interviene dove il pubblico non ce la fa più. Ebbene la proposta che avanzo è un esempio di sussidiarietà virtuosa. Vi sono energie ed entusiasmi che attendono solo di potersi esprimere. Io non mi limito ad avanzare la proposta. Fin d´ora offro la disponibilità ad agevolare questo lavoro nel territorio a me più vicino mediante gli Istituti storici di Bra e del Roero che ho contribuito a creare.

Confido nella saggezza e sensibilità di chi dovrebbe raccogliere la sfida e coordinare questo grande progetto culturale. Non c´è più tempo da perdere.

Carlin Petrini

mercoledì 13 gennaio 2010

ANPI Nazionale: lo sdegno dell'ANPI per i fatti di Rosarno


Roma, 13 gennaio 2010

AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
On. Gianfranco Fini


Signor Presidente,

i recenti fatti di Rosarno disegnano un quadro sociale fortemente allarmante. Un quadro di brutale sfruttamento dell’uomo e annullamento dei diritti di fronte al quale chi avrebbe dovuto sapere e intervenire già da tempo, ha dato una sola, intollerabile risposta: criminalizzare le vittime. Il “negro”.

Ancor oggi assistiamo ad uno scenario grottesco di vicendevole trasferimento di colpe tra Istituzioni locali, forze politiche e Governo nazionale che lascia sconcertati e indignati oltre che amaramente consapevoli dell’assenza di responsabilità, umanità e trasparenza, qualità distintive dell’impegno politico e di governo.

L’ANPI - come è già avvenuto nel corso della grande e appassionata manifestazione che ha promosso il 12 dicembre scorso a Mirano (VE) contro il razzismo - nel denunciare con forza la deriva xenofoba in corso lancia un forte appello al Governo nazionale, ai Comuni, alle Province e alla Regione affinché venga avviato subito un percorso serio e responsabile di legalità, diritti, accoglienza e integrazione, come dettano i principi e i valori della nostra Carta Costituzionale.

Presidenza e Segreteria Nazionale Anpi

lunedì 11 gennaio 2010

Dall'ANPI di Nepi: appello per una manifestazione nazionale in difesa della Costituzione



In difesa della Costituzione

Dalla sezione A.N.P.I ( Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) “Emilio Sugoni” di Nepi:

Appello per una manifestazione nazionale in difesa della Costituzione

La sezione Anpi di Nepi si rivolge a tutti i cittadini, le Istituzioni, le associazioni, le organizzazioni sindacali, il mondo della Scuola e dell’Università e i partiti perché sia respinto ogni tentativo e proposta di modifica della Costituzione.
La Carta Costituzionale è per tutti garanzia irrinunciabile di libertà, uguaglianza, giustizia e democrazia e nessuno è legittimato a modificarla arrogandosi un inesistente mandato popolare.
Nel Paese, un colpo di Stato strisciante vuole imporre un regime autoritario che limita sempre più gli spazi d’informazione, democrazia e partecipazione. I diritti costituzionali e i diritti umani sono sempre più violati, aggrediti e svuotati di significato e consistenza.
Sono state varate leggi che, in nome della sicurezza, hanno riesumato il razzismo e lo squadrismo e hanno reso legittima la persecuzione di milioni di migranti mentre si continua nella scellerata guerra afgana in palese violazione dell’art. 11 della Costituzione.
Questo sciagurato progetto, voluto e sostenuto dalla attuale maggioranza di governo, eversiva, reazionaria e razzista, purtroppo non trova efficace opposizione tra una larga parte dei rappresentati istituzionali.
E’ necessario quindi che a partire dalle forze sane e democratiche del Paese nasca una forte e decisa reazione. Non deve essere lasciato solo ai partiti di opposizione il compito di contrastare l’attacco allo Stato di Diritto.
Ogni settore della società italiana deve far sentire la propria voce e deve manifestare il proprio impegno in difesa della Costituzione, in ogni luogo e in ogni momento.
Solo una ferma mobilitazione di massa, non episodica ma strutturata , può contrastare questo disegno eversivo e dare forza e sostegno anche a quella parte dell’opposizione fedele alle istituzioni della Repubblica italiana.
E’ urgente e non rimandabile anche una grande iniziativa popolare nazionale che, e a breve, sappia raccogliere lo sdegno e la voglia dei cittadini onesti e democratici che ancora credono e vogliono difendere la Costituzione.
E’ il momento di insorgere, è il momento di reagire.
I diritti umani, la dignità di ciascuno e di tutti, non possono essere barattati con niente e da nessuno in nome di una malintesa pacificazione nazionale.
Nel nostro paese questa è già avvenuta nel 1945 con la vittoria sul nazifascismo e nel 1948 con l’entrata in vigore del dettato costituzionale che traccia le linee che tutti i governi dovrebbero seguire per la costruzione di un Paese più giusto, più onesto e dove:

“TUTTI I CITTADINI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE”

E’ il tempo dell’azione ! E’ il tempo di una Nuova Resistenza !

Direttivo A.N.P.I. sezione di Nepi “Emilio Sugoni”

domenica 10 gennaio 2010

Incontro d'inizio anno: si riparte!

Oggi oltre 40 persone hanno partecipato all'incontro d'inizio anno organizzato dall'ANPI di Grugliasco.
Tanti giovani, speranza per una "nuova stagione dell'ANPI" anche a Grugliasco.

Hanno partecipato e portato il saluto delle istituzioni e delle rispettive organizzazioni:
Giuseppe Rizzo, consigliere comunale e Presidente del Comitato per la Medaglia d'Argento, la Resistenza e la Costituzione
Angela Massaglia, consigliere provinciale di Torino
Anna Maria Cuntrò, Assessore al Lavoro del Comune di Grugliasco
Emanuele Gaito, rappresentante dell'Italia dei Valori di Grugliasco
Antonio Cambareri, consigliere comunale e rappresentante del Partito Democratico di Grugliasco
Vincenzo Porcelli, Segretario dei Comunisti Italiani - Federazione della Sinistra
Giovanni De Marco, Segretario del Partito Democratico di Grugliasco

Erano presenti anche due giovani della sezione A.N.P.I. "Renzo Cattaneo" di Collegno, Mara Cirolli e Francesco Liguori



Il pubblico presente all'incontro nella sede ANPI


Tavolo di Presidenza: da sinistra, Giuseppe Rizzo, Antonio Falbo (Presidente), Giuseppe La Gamma (Vicepresidente), Laura Antiquario (delegata alla Conferenza Nazionale di Organizzazione di Chianciano)

sabato 9 gennaio 2010

ANPI Nazionale: Rosarno: anche gli schiavi a volte si ribellano



Rosarno: anche gli schiavi a volte si ribellano

I gravi e drammatici eventi che a partire da ieri si stanno accrescendo a Rosarno – piana di Gioia Tauro in Calabria – mettono ulteriormente e drasticamente a nudo le tragiche e violente contraddizioni che caratterizzano il nostro paese, specie in questa fase storica che ha visto, scientificamente coltivata, la nascita di eccezionali e violente discriminazioni razziste, e l’attuazione di normative che perseguono come delinquenti e condannano alla “morte civile”chi cerca rifugio, sfuggendo alle guerre e alla fame.

I valori e i diritti civili, di uguaglianza , solidarietà, accoglienza e fratellanza, fondativi dell’Italia democratica ed antifascista, costruita dal sacrificio dei martiri della Liberazione e sanciti nella Costituzione, sono costantemente vilipesi e calpestati.

In particolare, in aggiunta a tanti cittadini italiani disoccupati, emarginati, poveri, sono gli “ultimi”: gli immigrati e extracomunitari, che ne subiscono le più gravi conseguenze.

E’ inaccettabile, come avviene ai lavoratori extracomunitari, regolari e non, presenti a Rosarno, nella piana di Gioia Tauro e in tante altre località, che essere umani siano efferatamente sfruttati da immondi personaggi.

E’ inaccettabile che questi lavoratori, dopo una dura giornata di lavoro nei campi lunga anche 12 ore, siano retribuiti con una paga di venti euro giornalieri, di cui, cinque, molte volte deve essere data al “caporale” di turno, cacciatore di manodopera.

E’ inaccettabile che questi esseri umani, oltre 15.000 nell’area calabrese dove sono scoppiati gli incidenti, siano costretti a vivere con requisiti di assoluta invivibilità, per alloggio, vitto e assistenza sanitaria.

Condizioni assolutamente ignobili per la dignità umana ed indegne per uno Stato democratico.

E’ indispensabile ed urgente un grande e forte scatto di orgoglio civile e democratico, recuperando i sentimenti, le idee e le pratiche che per lungo tempo hanno caratterizzato la vita dell’Italia, per mettere fine a queste situazioni di barbarie, di vera e propria schiavitù.

Gli africani sono già stati lungamente sfruttati e discriminati direttamente durante la famigerata epopea colonialista, operata anche dall’Italia, specie durante l‘”Impero” fascista che ignobilmente perseguiva la “razza eletta”. Non possono, ora, ritornare nel nostro Paese, sotto mentite spoglie, i nefasti fasti razzisti di un passato sconfitto irrimediabilmente dalla grande volontà di libertà e giustizia del popolo italiano.

venerdì 8 gennaio 2010

In ricordo di Alberto Cesa, poeta e musicista resistente



In ricordo di Alberto Cesa

È morto la sera del 6 gennaio Alberto Cesa: cantante, chitarrista, ghirondista e fondatore nel '74 del marchio Cantovivo, è stato tra i principali interpreti del folk revival. Aveva 62 anni. Del capoluogo sabaudo ha cantato per più di trent'anni le incongruenze e le difficoltà della vita in fabbrica, utilizzando il linguaggio della musica popolare: l'abilità di far dialogare musiche di differente provenienza, dalla ballata ai ritmi del sud, ne hanno fatto una figura di riferimento per l'intera scena nazionale. Più di recente aveva dedicato la sua produzione alla raccolta e alla messa in musica dei Fogli Volanti, scritti e poesie a carattere politico fatti girare in maniera clandestina per decenni: memorabile il cd-libro pubblicato nel 2001 per il Manifesto.


Lo saluteremo sabato 9 gennaio dalle ore 14,30 al Piccolo Teatro Perempruner (piazza Matteotti 39, Grugliasco)

L'A.N.P.I. di Grugliasco sarà presente con la bandiera della sezione per rendergli l'onore degno della Resistenza Partigiana: è stato un grande, forte e dolce poeta, un grande Maestro di vita e di cultura.