mercoledì 22 agosto 2012

Monumento in onore a Graziani, generale fascista e criminale di guerra



Graziani quanto ci mancavi
di Angelo D'Orsi 
Fonte: Il Fatto Quotidiano, 15 Agosto 2012

Diciamo la verità: Graziani ci mancava. Ci ha pensato la Regione Lazio, sotto l’illuminata guida della signora Polverini, a far rientrare nel pantheon dei grandi della patria questo arnese del peggior fascismo. O meglio, ci ha pensato il signor Nessuno che guida uno sconosciuto borgo non lontano dalla capitale, che, con il sostegno politico e finanziario della Regione, ha concluso l’interrotto lavoro per la realizzazione di un “sacrario” dedicato a colui che fu insignito dal re Vittorio Emanuele III (“sciaboletta”), su proposta del duce, del titolo di “maresciallo d’Italia”: Rodolfo Graziani, appunto. Non v’è che dire. Il revisionismo, nella sua veste più triviale ed estrema, quella che mi onoro di aver battezzato “rovescismo”, procede nella sua marcia trionfale, e segna punti specialmente nell’area fascismo / antifascismo, incorporando il primo nella storia nazionale, evidenziandone i “meriti” e obliterandone i crimini, ed espellendo, sminuendo il ruolo del secondo. Dopo le picconature di Renzo De Felice, che godè di notevoli sponde politiche (a partire da Bettino Craxi e Gianfranco Fini), si aprì la voragine. PASSANDO dalle mani degli storici a quelle di dilettanti allo sbaraglio, si perse qualsiasi cautela di metodo e di giudizio: si giunse con una serie di passi via via più accelerati, al vero e proprio ribaltamento della verità, come se la storia fosse un campo in cui a seconda dei giocatori si potesse decidere come sono andati i fatti, e distribuire la palma dei carnefici e delle vittime in base al governo in carica; e, forse ancora peggio, al “sentire comune”, creato in realtà dai talk show, che hanno trasformato la Storia da scienza a opinionismo. Un Bruno Vespa, per esempio, ha delle belle responsabilità in questo tipo di lavoro volto a demolire la stessa scientificità della storiografia. E a far passare nella pubblica opinione l’idea della necessità di “riscrivere” la storia, magari dalla parte dei “vinti” (Pansa docet), come se appunto la storia fosse una partita di calcio, e dopo la sconfitta di una squadra occorresse darle la rivincita. E la storia fosse un campo neutro, in cui ciascuno tira la sua palla, quasi che la verità dei fatti non esistesse, e che tutto dipendesse dalle “opinioni”. Sicché abbiamo scoperto che il fascismo non era affatto male, tanto che godè di un consenso spontaneo di massa; che Mussolini era un grand’uomo, che commise il solo errore di fidarsi di chi non doveva; che i partigiani erano canaglie assetate di sangue; che la loro azione non solo non servì a nulla ma fu deleteria e causò vittime innocenti … Il risultato ultimo, per ora, è la riabilitazione di un tristo figuro come il generale Graziani, il quale per sopperire alle proprie modestissime capacità tattico-strategiche, usava delatori (fu così che il capo della resistenza libica Omar al-Muktar venne catturato e poi impiccato davanti a 20.000 libici attoniti, nel ’31) e pratiche di sterminio di massa, come, oltre che nella “riconquista” della Libia, nella campagna di Etiopia, quando nel ’37, dopo un fallito attentato, egli si diede a una vendetta terribile, con eliminazioni di massa e con l’uccisione di tutti i cristiani copti di Debré Libanos, compresi i giovanissimi conversi che si formavano nel monastero, uno degli atti più atroci della storia del ‘900. Graziani proseguì la sua carriera di incompetente genocidario nella Guerra mondiale, tanto da essere esonerato dal servizio, per poi venire ricuperato come inane ministro della Difesa della Repubblica di Salò, incaricato di ricostruirne l’esercito, compito ben al di sopra delle sue possibilità e capacità. Nel disfacimento del regime, Graziani cercò la via di salvezza individuale, ma arrestato dagli inglesi, a dispetto dell’essere stato dichiarato colpevole di crimini contro l’umanità, se la cavò, tra indulti e amnistie, con due anni di galera, concludendo la sua poco brillante carriera come presidente del neonato Msi, non senza andarsene sbattendo la porta. A questo personaggio, che appare in tutta la sua pochezza, grande solo nella criminalità, si dedica oggi un mausoleo. Certo non saremo noi a deporre fiori in memoriam.

Vaccherezza 2012: sentieri Partigiani a Condove, Val di Susa



 
VACCHEREZZA 2012, SENTIERI PARTIGIANI A CONDOVE

SABATO 25 AGOSTO 2012

ORE 11.00-15.00 SUI SENTIERI PARTIGIANI
Escursione con accompagnamento dell’ANPI e dei partigiani. Partenza dal Sacrario di Vaccherezza, soste con LETTURE dedicate alla Resistenza e TESTIMONIANZE dei sopravvissuti all’eccidio del 20.4.1945. Pranzo al sacco a carico dei partecipanti. Escursione con 200 m di dislivello adatta a tutti, bambini compresi, senza particolare allenamento.

ORE 15.30-17.30 LEZIONE ALL'APERTO
"RESISTENZA E RESILIENZA: COME SOPRAVVIVERE IN UN MONDO CON MENO RISORSE… E FORSE PIU’ FELICITA’ " incontro con LUCA MERCALLI presso la borgata di Vaccherezza, ingresso libero

ORE 18.00-20.00 CENA IN CONDIVISIONE
Presso la borgata di Vaccherezza CENA ALL’APERTO. Tutti sono invitati a contribuire portando un piatto in condivisione. I volontari dell’ANPI garantiscono posti a sedere, tavoli, acqua e un piatto caldo di pasta per tutti.

Per motivi organizzativi è necessaria la segnalazione della propria presenza a Giorgia 333.3146986 o Chiara 349.6483719 o scrivendo a anpi.condovecaprie@gmail.com

DALLE ORE 20.00 NOTTE SOTTO LE STELLA
PROIEZIONE all’aperto di filmati della sezione “Memoria storica” al Valsusa Filmfest. A seguire serata con BALLI e CANTI della tradizione popolare. Per la notte CAMPEGGIO in tenda presso i prati della borgata (l’attrezzatura per il bivacco è a carico dei partecipanti).

DOMENICA 26 AGOSTO

9.30 Ritrovo a Vaccherezza
10.00 Arrivo della staffetta con la FIACCOLA, accensione della fiamma in onore dei Caduti, alzabandiera, silenzio fuori ordinanza e deposizione delle corone
10.15 MESSA al campo
10.45 Saluto dell’ ANPI Condove-Caprie, intervento dell’Amministrazione di Condove e delle Autorità. Orazione ufficiale a cura di DANILO BAR, sindaco di San Giorio
11.45 Lancio simbolico di PALLONCINI in ricordo del partigiano Guido Carbi
12.00 Pranzo al sacco o, per chi vuole, POLENTA, spezzatino o formaggio a cura dell’ANPI Condove-Caprie (gradita comunicazione all’arrivo!)
14.00 Intrattenimenti musicali
16.00 Ammaina bandiera e chiusura della manifestazione