sabato 20 gennaio 2007

Perchè dobbiamo chiamarci Compagni . Lettera di Mario Rigoni Stern all'A.N.P.I.



Perchè dobbiamo chiamarci Compagni . Lettera di Mario Rigoni Stern all'A.N.P.I, riportato su Patria, il mensile dell'A.N.P.I.
MIRA (Venezia) 20 gennaio 2007


Cari Compagni,
sì, Compagni, perché è un nome bello e
antico che non dobbiamo lasciare in disuso;
deriva dal latino “cum panis” che
accomuna coloro che mangiano lo stesso
pane. Coloro che lo fanno condividono
anche l’esistenza con tutto quello che
comporta: gioia, lavoro, lotta e anche
sofferenze.
È molto più bello Compagni che “Camerata”
come si nominano coloro che frequentano
lo stesso luogo per dormire, e
anche di “Commilitone” che sono i compagni
d’arme.
Ecco, noi della Resistenza siamo Compagni
perché abbiamo sì diviso il pane
quando si aveva fame ma anche, insieme,
vissuto il pane della libertà che è
il più difficile da conquistare e mantenere.
Oggi che, come diceva Primo Levi, abbiamo
una casa calda e il ventre sazio,
ci sembra di aver risolto il problema dell’esistere
e ci sediamo a sonnecchiare davanti
alla televisione. All’erta Compagni!
Non è il tempo di riprendere in
mano un’arma ma di non disarmare il
cervello sì, e l’arma della ragione è più
difficile da usare che non la violenza.
Meditiamo su quello che è stato e non lasciamoci
lusingare da una civiltà che
propone per tutti autoveicoli sempre più
belli e ragazze sempre più svestite.
Altri sono i problemi della nostra società:
la pace, certo, ma anche un lavoro
per tutti, la libertà di accedere allo studio,
una vecchiaia serena; non solo egoisticamente
per noi, ma anche per tutti i
cittadini. Così nei diritti fondamentali
della nostra Costituzione nata dalla
Resistenza.
Vi giunga il mio saluto, Compagni dell’Associazione
Nazionale Partigiani
d’Italia e Resistenza sempre.

Vostro
Mario Rigoni Stern