mercoledì 10 febbraio 2010

Dell'Utri che legge i diari di Mussolini rappresenta uno schiaffo a una terra legata all'antifascismo ed alla legalità


Martedì 9 Febbraio 2010

Dell'Utri che legge i diari di Mussolini rappresenta uno schiaffo a una terra legata all'antifascismo ed alla legalità

Dichirazazione di: A.N.P.I., Popolo Viola, ARCI, Libera, Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico, Federazione della Sinistra

La facilità con la quale poter sollevare un dibattito sulle letture del senatore Dell’Utri, dei diari segreti di Mussolini è semplicemente disarmante. “Vi piace vincere facile”, così ci ammonirebbe qualsiasi paese culturalmente avanzato, quale dovrebbe essere il nostro. Proviamo solo a immaginare un politico della destra tedesca che all’interno di un’iniziativa politica legge dei passi tratti dai diari segreti di Hitler. Semplicemente non potrebbe succedere, neanche se si nascondesse sotto le mentite spoglie del miglior bibliografo tedesco.
Purtroppo oggi ciò che è lapalissiano, nel nostro paese è sotterrato da uno spesso strato di menzogne e disinformazione.
Crediamo che persino tra i simpatizzanti del centro destra siano in molti a non riuscire a nascondere un certo imbarazzo di fronte a una pantomima grottesca. Alcune cose sono palesi e necessitano di un analisi solo superficiale perché quella analitica, per noi, l’ha già sviluppata la V sezione penale del Tribunale di Palermo, nell’11 dicembre 2004 condannando in primo grado Marcello Dell'Utri a 9 anni di reclusione più 2 anni di libertà vigilata più l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione mafiosa e il suo coimputato Gaetano Cinà, uomo d'onore della famiglia di Malaspina, a 7 anni per associazione mafiosa. Chiunque può trovare il testo della sentenza su internet. Ci scuserete se noi ingenui prendiamo per vera la sentenza di un tribunale penale che ha accertato il concorso esterno in associazione mafiosa di Marcelllo Dell’Utri. La penseremo così almeno fino a quando una sentenza d’appello non smonterà l’accusa. Eppure in Italia e nella nostra città i sostenitori del senatore Dell’Utri, non solo non evitano di parlare delle sue vicissitudini legali, che se pur bieco come comportamento, perlomeno gli eviterebbe di cadere nel ridicolo nel momento in cui costruiscono, nei tribunali della loro fantasia, una difesa priva di fondamento. Lo fanno citando, ad esempio, un pentito come Gaspare Spatuzza, facendoci credere che sia l’unico folle accusatore di Dell’Utri. Così non è e lo dimostrano le 1700 pagine della sentenza del 2004 e le decine di testimonianze di pentiti e non, che molto di più hanno detto rispetto alle opinabili affermazioni dello Spatuzza smentito dal Graviano, ma quello sbagliato. E’ una verità incontrovertibile che nel 1974 Dell’Utri si trasferisce a Milano come segretario particolare di Berlusconi e che chiami come "stalliere" Vittorio Mangano, mafioso palermitano della famiglia di Porta Nuova condannato all'ergastolo per mafia, che il 24 ottobre 1976 Dell'Utri si trova insieme a Mangano e ad altri mafiosi alla festa di compleanno del boss catanese Calderone, al ristorante "Le Colline Pistoiesi" di Milano e che il 5 maggio 1980 Mangano è arrestato da Giovanni Falcone per traffico internazionale di droga e resterà in carcere per 11 anni. E’ dimostrato nelle migliaia di pagine e nelle innumerevoli testimonianze che il senatore Dell’Utri abbia intessuto rapporti profondi e continui con importanti esponenti della mafia. Alcune sembrano vere e proprie leggende, come quella dello stalliere, delle bombe messe in amicizia, dei due cavalli e mezzo in un albergo. Altre sono semplicemente rilevazioni che poco lasciano all’immaginazione, se non la negazione della realtà e le elucubrazioni fantastiche di veri ciechi che non vogliono vedere. E’ assolutamente strumentale prendere in esame le dichiarazioni di Spatuzza, attendere col fiato sospeso quelle eventuali dei fratelli Graviano, invocare "i riscontri" alle parole di un pluriomicida. Chi ce lo racconta mente sapendo di farlo; sa benissimo che da 15 anni decine di mafiosi pentiti e di semplici testimoni hanno parlato dei rapporti fra Dell’Utri, Berlusconi e Cosa Nostra.

Alla luce di tutto questo esprimiamo sconcerto di fronte a un personaggio che, con questo curriculum alle spalle, porta avanti anche una bieca operazione di revisionismo attraverso la lettura dei diari di Mussolini, sul quale pensavamo che la storia avesse già detto tutto, dandoci l’illusione della formazione di una memoria condivisa.

La cosa è tanto più grave perchè in un territorio di forte tradizione antifascista e che ha vissuto sulla pelle dei propri cittadini la barbarie del nazifascismo.

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