martedì 13 ottobre 2009

Lettera di un Partigiano al giornale "IL FATTO QUOTIDIANO"



Lettera di un Partigiano al giornale "IL FATTO QUOTIDIANO"
Martedì 13 Ottobre 2009, pagina 19

La rabbia e l’orgoglio di un Partigiano

"Credo di interpretare i sentimenti degli ultimi superstiti dell’antifascismo nel ventennio, sofferto col carcere e il confino, e dei combattenti nella Guerra di Liberazione, esprimendo il profondo sconforto per il deterioramento della democrazia e della convivenza civile.
Mai avremmo potuto immaginare un Parlamento che si comporta, nella sua maggioranza, come il dipendente di un padrone il quale pretende (e ottiene) da loro la difesa dei suoi interessi privati. Interessi sconfinati, anche secondo la magistratura, nel malaffare.
Mai avrei potuto immaginare che uomini della P2 ti insegnassero dal teleschermo come ci si comporta nella vita; mai avrei pensato che campioni dell’immoralità privata e –secondo la Chiesa- pubblici peccatori (non richiedenti il perdono, ma perseveranti nel peccato) si proclamassero difensori e promotori della morale comune, religiosa e politica e della missione salvifica della religione cristiana.
Mi tormenta il pensiero che tanti, donne e uomini, ma anche i giovanissimi, abbiano dato la vita sognando un’Italia diversa. Avrebbero mai potuto immaginare le volgarità di un ministro della Repubblica che, giurando il falso sulla Carta Costituzionale, non ammette di provare vergogna per aver paragonato il Tricolore alla carta igienica? Sono attonito e deluso davanti a questi partiti democratici rissosi e disuniti, dimentichi che fu la loro unione a dare consistenza e forza alla Resistenza.
Perdonate lo sfogo di un vecchio giornalista ex Partigiano."


Massimo Rendina

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