venerdì 6 settembre 2013

8 Settembre 1943-2013: la Resistenza degli IMI - Internati Militari Italiani

 
8 Settembre 1943-2013: la Resistenza degli IMI - Internati Militari Italiani
L’altra Resistenza: gli I.M.I. che dissero no alla R.S.I.
Domenica 8 Settembre 2013 dalle 20.45
Grugliasco, via La Salle 4 - Sede ANPI 2° piano

Abbiamo scelto di dedicare il 70° anniversario dell'inizio della Resistenza alla storia dimenticata di circa 650.000 internati militari italiani (IMI) catturati e deportati nei lager nazisti subito dopo l'8 Settembre 1943 e che si rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana.

Durante l'incontro sarà proiettato il video “600.000 NO.

Invitiamo a partecipare numerosi.

Il Comitato di Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco


In pochi giorni i tedeschi disarmarono e catturarono 1.007.000 militari italiani, su un totale approssimativo di circa 2.000.000 effettivamente sotto le armi, 196.000 scamparono alla deportazione dandosi alla fuga o grazie agli accordi presi al momento della capitolazione di Roma. Dei rimanenti 810.000 circa (di cui 58.000 catturati in Francia, 321.000 in Italia e 430.000 nei Balcani):
- oltre 13.000 persero la vita durante il brutale trasporto dalle isole greche alla terraferma
- 94.000, tra cui la quasi totalità delle Camicie Nere della MVSN, decisero immediatamente di accettare l’offerta di passare con i tedeschi
- al netto delle vittime, dei fuggiaschi e degli aderenti della prima ora, nei campi di concentramento del Terzo Reich vennero dunque deportati circa 710.000 militari italiani con lo status di IMI e 20.000 con quello di prigionieri di guerra
- entro la primavera del 1944, altri 103.000 si dichiararono disponibili a prestare servizio per la Germania o la RSI, come combattenti o come ausiliari lavoratori. In totale, quindi, tra i 600.000 e i 650.000 militari rifiutarono di continuare la guerra al fianco dei tedeschi e furono rinchiusi in numerosi campi di prigionia in Germania e nei territori occupati: Stammlager (Stalag) e loro dipendenze (Arbeitskommando, AK) per i soldati e i sottufficiali avviati al lavoro coatto; Offizierslager (Oflag) per gli ufficiali; campi di punizione (Straflager), di rieducazione al lavoro (AEL) o dipendenze dei campi di sterminio (KZ, Konzentrationszone) per i militari accusati di sabotaggio e presunti altri reati. Di questi, circa 50.000 perirono nei lager per la fame, lo sfinimento e le malattie.

Bibliografia:
Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943-1945. Traditi, disprezzati, dimenticati, USME, Roma 1997
Gabriele Hammermann, Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945, Il Mulino, Bologna 2004
Mario Avagliano e Marco Palmieri, Gli Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945, Einaudi, 2009

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