GIU' LE MANI DALL'ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA! 
Roma, 12 Gennaio 2012 
Il 12 e 13 giugno scorsi
 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione 
partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione:
 una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni
 territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società 
in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e
 Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica
 come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di 
rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi 
economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia
 il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al 
voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con 
l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.
Adesso, utilizzando come 
espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del 
debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a 
replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro 
sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente 
anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo 
provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di 
quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In 
questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della 
maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica 
rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il 
“contagio” si estenda fuori Italia.
Noi non ci stiamo.
L’acqua non è una merce, ma un bene comune
 che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera 
esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.
I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.
Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.
Chiediamo a tutti i 
partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata 
posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e 
agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di 
prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.
Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

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