8 Settembre 1943-2013: la Resistenza degli IMI - Internati Militari Italiani
L’altra Resistenza: gli I.M.I. che dissero no alla R.S.I.
Domenica 8 Settembre 2013 dalle 20.45
Grugliasco, via La Salle 4 - Sede ANPI 2° piano
L’altra Resistenza: gli I.M.I. che dissero no alla R.S.I.
Domenica 8 Settembre 2013 dalle 20.45
Grugliasco, via La Salle 4 - Sede ANPI 2° piano
Abbiamo scelto di dedicare il 70° anniversario dell'inizio della Resistenza alla storia dimenticata di circa 650.000 internati militari italiani (IMI) catturati e deportati nei lager nazisti subito dopo l'8 Settembre 1943 e che si rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana.
Durante l'incontro sarà proiettato il video “600.000 NO”.
Invitiamo a partecipare numerosi.
Il Comitato di Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco
In pochi giorni i tedeschi disarmarono e catturarono
1.007.000 militari italiani, su un totale approssimativo di circa 2.000.000
effettivamente sotto le armi, 196.000 scamparono alla deportazione dandosi alla
fuga o grazie agli accordi presi al momento della capitolazione di Roma. Dei rimanenti 810.000 circa (di cui 58.000 catturati in
Francia, 321.000 in Italia e 430.000 nei Balcani):
- oltre 13.000 persero la vita durante il brutale trasporto
dalle isole greche alla terraferma
- 94.000, tra cui la quasi totalità delle Camicie Nere della
MVSN, decisero immediatamente di accettare l’offerta di passare con i tedeschi
- al netto delle vittime, dei fuggiaschi e degli aderenti
della prima ora, nei campi di concentramento del Terzo Reich vennero dunque
deportati circa 710.000 militari italiani con lo status di IMI e 20.000 con
quello di prigionieri di guerra
- entro la primavera del 1944, altri 103.000 si dichiararono
disponibili a prestare servizio per la Germania o la RSI, come combattenti o
come ausiliari lavoratori. In totale, quindi, tra i 600.000 e i 650.000
militari rifiutarono di continuare la guerra al fianco dei tedeschi e furono
rinchiusi in numerosi campi di prigionia in Germania e nei territori occupati:
Stammlager (Stalag) e loro dipendenze (Arbeitskommando, AK) per i soldati e i
sottufficiali avviati al lavoro coatto; Offizierslager (Oflag) per gli
ufficiali; campi di punizione (Straflager), di rieducazione al lavoro (AEL) o
dipendenze dei campi di sterminio (KZ, Konzentrationszone) per i militari accusati
di sabotaggio e presunti altri reati. Di questi, circa 50.000 perirono nei
lager per la fame, lo sfinimento e le malattie.
Bibliografia:
Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943-1945. Traditi, disprezzati, dimenticati, USME, Roma 1997
Gabriele Hammermann, Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945, Il Mulino, Bologna 2004
Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943-1945. Traditi, disprezzati, dimenticati, USME, Roma 1997
Gabriele Hammermann, Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945, Il Mulino, Bologna 2004
Mario Avagliano e Marco Palmieri, Gli Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945, Einaudi, 2009
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