venerdì 19 ottobre 2012

Intervento ANPI all'assemblea sui referendum per il lavoro




Intervento del Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” di Grugliasco
all’Assemblea pubblica sui referendum per il lavoro
Grugliasco, sala consiliare “Sandro Pertini”
Venerdì 19 Ottobre 2012 h 21.00


Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà.
A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.
[Primo Levi, Un passato che credevamo non dovesse tornare più, Corriere della sera, 8 maggio 1974]

Presentazione
L’A.N.P.I. è l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, fondata nel 1944 ed elevata ad Ente Morale con DL del 5 aprile 1945. Dal 2006, con la Nuova Stagione, ha aperto le porte a tutti i cittadini che, pur non avendo partecipato alla Guerra di Liberazione, ne condividono valori, spirito e finalità. Non un partito, ma una grande famiglia politica volta a riunire tutti gli antifascisti, custode della memoria storica della Resistenza e guardiana della Costituzione.
Come cittadini consapevoli e attivi, noi militanti antifascisti affermiamo che Resistenza, Democrazia e Costituzione non devono restare concetti verbali e astratti, ma pratiche politiche da attuare concretamente sul territorio.
Nel 2013 saranno 70 anni dall’inizio della Guerra di Liberazione dal nazifascismo, è un invito ad aderire e a rafforzare le radici della nostra Libertà.

Resistenza, Lavoro, Costituzione, Diritti, Democrazia
L’8 Settembre 1943 iniziò la Resistenza armata contro il nazifascismo dopo un lungo periodo di lotta clandestina, ma non sarebbe potuto avvenire nulla senza i grandi scioperi del marzo 1943: i protagonisti indiscussi della Resistenza sono le masse di lavoratori e lavoratrici, il segnale di riscossa lo diedero loro con le parole d’ordine “pane, pace e libertà”.

Dalla Resistenza antifascista, cui scelsero coraggiosamente e dolorosamente di partecipare donne e uomini di ogni età, provenienza, razza, professione, classe sociale, discende la Costituzione della Repubblica, fondata sul lavoro e quindi su un’idea ben precisa di società libera, attiva, dignitosa e operosa, volta all’equilibrio tra la realizzazione del singolo cittadino e il raggiungimento del progresso collettivo dell’intera comunità.

Se si legge attentamente la Costituzione, in particolare negli articoli 1, 2, 3, 4, 41, si evince che il lavoro è sia strumento di libertà per il singolo cittadino (dignità personale e stabilità economica) e sia strumento di progresso civile per la comunità nella quale il singolo vive e costruisce la propria vita (sicurezza sociale).

Lavoro significa Diritti perché Democrazia significa Lavoro: i valori della Guerra di Liberazione dal nazifascismo furono sanciti come principi nella nostra Costituzione, non per filosofeggiare in modo astratto sul migliore dei Paesi possibile, ma per dare un orizzonte concreto e una direzione da seguire a tutte le future generazioni del popolo italiano, quale che fosse la propria epoca, come irrinunciabile pilastro di una democrazia solida e autenticamente compiuta. Vale a dire: uno straordinario esempio di unità nazionale sul piano sociale e democratico, al di là del tempo.

È su questo orizzonte che troviamo specificato quasi sempre il mestiere dei Martiri per la Libertà sulle lapidi partigiane del nostro territorio; è su questo orizzonte che troviamo lo Statuto dei Lavoratori, la Legge 300/70, grande conquista di una stagione di lotta durissima; è su questo orizzonte che ritroviamo le lotte dei lavoratori, degli sfruttati e degli studenti – futuri lavoratori – che oggi animano il Paese; ed è sempre su questo orizzonte che ritroviamo anche i referendum per il lavoro di cui stiamo raccogliendo le firme.

I nemici della Repubblica, invece, praticano il lavoro come uno strumento di violenza, controllo, di coercizione e di ricatto, cioè di frammentazione della società, di negazione delle istanze democratiche e delle pratiche costituzionali: basta pensare alle organizzazioni mafiose che concedono il lavoro come un favore, o alle organizzazioni criminali di sfruttamento e al caporalato, o ancora al neofascismo ben più che strisciante che esclude le rappresentanza di questo o quel sindacato dalle aziende, violando le libertà fondamentali garantite dalla Costituzione.
Nessuna conquista è per sempre, dobbiamo costantemente vigilare sul territorio e presidiare la democrazia, organizzando nuove forme di partecipazione popolare e di formazione politica civile, puntando sull’elevazione della qualità culturale, civile, politica della nostra comunità.

Confidiamo che molti sceglieranno consapevolmente di schierarsi e prendere parte attivamente a questa grande battaglia di riconquista dei diritti e della democrazia, in coerenza con lo spirito unitario caratterizzante le forze politiche che guidarono la Resistenza contro i nazifascisti e ispirarono la Costituzione repubblicana.
Nella memoria l’esempio, nella lotta la pratica.

Per il lavoro, per i diritti, per la Costituzione: SI ai referendum per il lavoro.

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