lunedì 28 dicembre 2009

DOMENICA 10 GENNAIO ALLE ORE 10.00: INCONTRO D’INIZIO ANNO CON BRINDISI DI AUGURI



Grugliasco, 7 Dicembre 2009

Ø A tutti gli iscritti della Sezione A.N.P.I. “68 Martiri” di Grugliasco
Ø A tutti i cittadini

OGGETTO: INCONTRO D’INIZIO ANNO CON BRINDISI DI AUGURI, IL GIORNO DOMENICA 10 GENNAIO ALLE ORE 10.00, PRESSO LA SEDE ANPI


Siamo ormai entrati nel 65° anniversario della Liberazione: non è l’Italia che noi volevamo ma malgrado questa grande delusione, noi Partigiani sentiamo il dovere nei confronti di tutti i Caduti per la Libertà e la Pace dei popoli. Se restassimo inermi di fronte ad una serie di tendenze degeneratici che si vanno manifestando nella situazione nazionale ed internazionale: rimane ferma la nostra passione contro tutte le guerre, contro il terrorismo che non ha nessuna giustificazione, pazzesca violenza che colpisce soprattutto innocenti ai quali va la nostra solidarietà e condivisione nel loro dolore.
Migliaia di bambini muoiono privati di sostentamenti e medicine, troppa fame, troppe ingiustizie, troppe guerre, dove vi è solo odore di morte.
Di fronte a questa situazione l’A.N.P.I. ha ancora un importante ruolo da svolgere. Condanniamo il tentativo di coloro che vorrebbero cancellare e abolire la festa nazionale del 25 Aprile, ennesima iniziativa di fare violenza della storia italiana e di quella europea, colpendo i simboli e gli ideali dei protagonisti della lotta vittoriosa contro il nazifascismo.

Per legge fisiologica, gli artefici della Liberazione di 65 anni fa vanno scomparendo, ma l’A.N.P.I. deve continuare a vivere come baluardo di Libertà; nuove forze si sono unite a noi Partigiani per garantire un futuro ed effettuare il delicato passaggio per “la nuova stagione dell’A.N.P.I.”: da un anno circa, alcuni giovani studenti universitari hanno seguito le attività della Sezione, affiancando i Partigiani e impegnandosi ad assumere responsabilità, partecipando sia ad iniziative locali, come il presidio antifascista in piazza a Grugliasco, e sia ad eventi di rilievo nazionale, come la Conferenza Nazionale di Organizzazione tenuta a Chianciano.
Facciamo tutti insieme un’azione di proselitismo per stimolare la partecipazione di più cittadini, per una nuova Resistenza: lanciamo un appello a lottare insieme affinché non sia compromesso il bene prezioso rappresentato dai grandi principi di Democrazia e progresso della nostra Costituzione repubblicana, quotidianamente a rischio.
Teniamo viva la nostra associazione, aderite all’A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia!

A tutti gli iscritti un caloroso invito a:

v partecipare, insieme a familiari ed amici, al TRADIZIONALE INCONTRO CON BRINDISI DI AUGURI PER IL PROSSIMO ANNO, IL GIORNO DOMENICA 10 GENNAIO ALLE ORE 10.00, PRESSO LA SEDE ANPI DI GRUGLIASCO, via La Salle 4;

v PARTECIPARE ATTIVAMENTE alle riunioni dell’A.N.P.I. di Grugliasco e alle celebrazioni in ricordo dei Caduti per la Libertà.

v rinnovare sollecitamente la TESSERA PER IL 2010;

v sottoscrivere un abbonamento a PATRIA, il giornale mensile dell’A.N.P.I.;


Ricordiamo che la sede A.N.P.I., sita in via La Salle 4, è come consuetudine aperta ogni venerdì pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 18.00.
Domenica 13/12 l’ANPI sarà presente in piazza 66 Martiri dalle 10.00 alle 12.30 con un Presidio Antifascista (gazebo): passate a trovarci!

ORA E SEMPRE RESISTENZA!
Fraterni saluti

p. IL COMITATO DIRETTIVO
A.N.P.I. GRUGLIASCO
(il Presidente)
Antonio Falbo

I Sette Fratelli Cervi fucilati 66 anni fa dai fascisti



Ricordiamo con questa canzone i Sette Fratelli Cervi, fucilati il 28 Dicembre 1943 dai fascisti:
- informazioni su Wikipedia
- informazioni sul sito Anpi Nazionale
- sul sito del Museo Cervi di Gattatico (RE)


"La pianura dei sette fratelli"
dei Gang, 1995

E terra e acqua e vento,
non c’era tempo per la paura
nati sotto la stella
quella più bella della pianura,
avevano una falce
e mani grandi da contadini
e prima di dormire
un padre nostro
come da bambini.

Sette figlioli sette
di pane e miele
a chi li do
sette come le note
una canzone gli canterò.
E pioggia e neve e gelo
e fola e fuoco insieme al vino
e vanno via i pensieri,
insieme al fumo su per il camino.

Avevano un granaio,
e il passo a tempo
di chi sa ballare
di chi per la vita
prende il suo amore
e lo sa portare.

Sette fratelli sette
di pane in miele,
a chi li do
non li darò alla guerra
all’uomo nero non li darò.

Nuvola lampo e tuono,
non c’è perdono per quella notte
che gli squadristi vennero
e via li portarono coi calci e le botte.

Avevano un saluto,
e degli abbracci quello più forte
avevano lo sguardo
quello di chi va incontro alla sorte.

Sette figlioli sette,
sette fratelli
a chi li do
ci disse la pianura
questi miei figli
mai li scorderò.

Sette uomini sette
sette ferite
e sette solchi
ci disse la pianura
i figli di Alcide
non sono mai morti.

In quella pianura,
da Valle Re ai Campi Rossi
noi ci passammo un giorno
e in mezzo alla nebbia
ci scoprimmo commossi.

giovedì 24 dicembre 2009

Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa esalta la Decima Mas



In data 23 dicembre 2009 il Ministro della Difesa della Repubblica Italiana Ignazio La Russa si trovava nella caserma Vannucci della Brigata Folgore (Livorno), per pronunciare il suo discorso di auguri di Natale e di fine anno nei confronti della Forze Armate, e affermava:

"C'è l'orgoglio di sapere che le nostre forze armate sono una vera eccellenza, un esempio per le nuove generazioni. La stragrande maggioranza degli italiani guarda a voi con affetto e si sente rappresentata da questi uomini e donne che hanno scelto di servire la patria in armi. Purtroppo abbiamo anche quest'anno avuto dei lutti e pianto la scomparsa di uomini valorosi che si sono spinti fino all'estremo sacrificio nella meritoria opera di consolidamento della pace. Tra i reparti schierati in questo piazzale c'è l'elite delle nostre forze armate, come il Comsubin della marina, erede della non dimenticata Decima Mas".

Ad ascoltare erano presenti i reparti della Brigata Folgore, dell'Aeronautica Militare, della Marina Militare e dei Carabinieri, il discorso ha rivestito quindi carattere di ufficialità.
Il reparto militare denominato "X Mas" ("Decima Flottiglia Mas", per esteso) fu un'unità marina della Regia Marina Italiana, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, specializzata in incursioni e sabotaggi.
Dopo l'armistizio del 1943 fece parte della Repubblica di Salò, periodo nel quale venne riorganizzata in reparto di fanteria ed impiegata in particolar modo nella lotta antipartigiana nella quale macchiò indelebilmente il proprio nome, distinguendosi per i feroci metodi coi quali affrontò la guerriglia, schierandosi peraltro dalla parte di Hitler, contro quella che sarebbe diventata l'odierna Repubblica Italiana, democratica e antifascista.
Fucilazioni di civili, esecuzioni sommarie, sevizie di ogni tipo, torture, impiccagioni nelle pubbliche piazze (con corpi esposti a lungo) e asportazione ingiustificata di averi per profitto personale (saccheggio), sono alcuni degli aspetti più cupi delle vicende legate alla X Mas, che secondo il Ministro Ignazio La Russa sarebbe degna di essere ricordata.

Con questa petizione intendiamo rendere noto che l'Italia è una repubblica democratica le cui fondamenta poggiano sulla Carta Costituzionale, donataci dall'estremo sacrificio della lotta partigiana e da chiunque si oppose al regime fascista, e mai si dovrebbe elogiare chiunque abbia preso parte a qualsivoglia raggruppamento (civile e militare) di chiaro stampo nazifascista.
A tal proposito, la Legge n.645 del 20 giugno 1952 (Legge Scelba) indica espressamente come reato di apologia del fascismo la propaganda effettuata in favore di "esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche", e prevede condanne (pecuniarie e non) per chi la effettua.
Ribadiamo che l'Italia intera si indigna di fronte a queste affermazioni, chiediamo che il Ministro La Russa si scusi pubblicamente con le vittime della lotta partigiana, con i loro discendenti e con l'Italia intera, affinché non si ripetano in futuro tali gesti.

Chiediamo inoltre che chiunque faccia reato di apologia del fascismo venga giudicato secondo la Legge, che ogni cittadino del popolo italiano è tenuto a rispettare.


Si allega la descrizione della "X Mas", dal sito dell'ANPI Nazionale:

Il processo iniziato a Roma 1'8 febbraio 1948 contro Junio Valerio Borghese portò a conoscenza dell'opinione pubblica alcuni dei servizi più significativi resi dalla "Decima MAS" agli invasori tedeschi.
Nella sentenza di rinvio a giudizio le imputazioni erano, tra l'altro, di aver compiuto "continue e feroci azioni di rastrellamento di partigiani e di elementi antifascisti in genere, talvolta in stretta collaborazione con le forze armate germaniche, azioni che di solito si concludevano con la cattura, le sevizie particolarmente efferate, la deportazione e la uccisione degli arrestati, e tutto ciò sempre allo scopo di contribuire a rendere tranquille le retrovie del nemico, in modo che questi più agevolmente potesse contrastare il passo agli eserciti liberatori".
Diversi gli episodi di violenza criminale addebitati alla formazione di Junio Valerio Borghese. Tra questi quelli di Valmozzola, con uccisione di dodici partigiani in combattimento ed esecuzione sommaria di altri otto partigiani catturati; di Crocetta del Montello, con uccisione di sei partigiani e sevizie efferate di altri arrestati; di Castelletto Ticino, con l'uccisione di cinque ostaggi; di Borgo Ticino, con l'uccisione di dodici ostaggi, oltre a "ingiustificate azioni di saccheggio ed asportazione violenta ed arbitraria di averi di ogni genere, ciò che il più delle volte si risolveva in un ingiusto profitto personale di chi partecipava a queste operazioni".
Condannato a una pena più che mite, Borghese poté riprendere, dopo un breve soggiorno in carcere, le sue attività contro la Repubblica.


venerdì 18 dicembre 2009

Giovani del PDL come i fascisti: la Giovane Italia di Treviso vuole abolire Italia dei Valori e Rifondazione Comunista



I giovani militanti del PDL Treviso, riuniti nella Giovane Italia di Treviso, hanno diffuso un comunicato che propone un intervento legislativo volto ad abolire alcune forze di opposizione, IDV e Rifondazione Comunista.
Ricordando come ciò riporti indietro la memoria al Ventennio e alle leggi fasciste di censura e violenta repressione del dissenso volute da Mussolini, riportiamo il comunicato:

«Alla luce dell’ignobile attentato al presidente del consiglio, i giovani del PDL non intendono più tollerare una politica che vede nella violenza fisica e verbale contro l’avversario il suo unico programma. Siamo fermamente convinti della necessità di un intervento istituzionale molto forte che si traduca in una legge abolitiva di quei soggetti politici che hanno come unico scopo l’inneggiare alla violenza e alla disobbedienza civile che in Italia sono IDV e Rifondazione Comunista, nonchè nel sanzionare quei personaggi pubblici che fanno un uso criminoso della loro risonanza mediatica. Porteremo ai rappresentati politici del partito questa istanza. Siamo ad un punto di non ritorno in cui è necessaria la più ferma presa di posizione contro partiti che non hanno nulla a che fare con la democrazia, le parole di Di Pietro subito dopo l’attentato lo confermano. Risulta oramai palese che l’obbiettivo di questi eversivi è quello di scatenare una vera e propria guerra civile. Faremo di tutto per far in modo che il paese non scivoli nel baratro ma oggi più che mai urgono provvedimenti legislativi. Da oggi non faremo sconti a questi seminatori d’odio che vanno estromessi dal quadro politico costituzionale. Abbiamo già dato disposizione a tutti i nostri militanti di segnalarci le generalità di coloro che in provincia di Treviso risultano iscritti ai gruppi che inneggiano all’attentatore, nei prossimi giorni presenteremo in procura nomi e cognomi».

Firmato: Coordinameto Provinciale Giovane Italia Treviso


La risposta di Flavio Arzarello, coordinatore nazionale della Fgci (Federazione Giovanile Comunisti Italiani)

Una proposta che porta alla memoria il periodo fascista. Così almeno la pensa Flavio Arzarello, coordinatore nazionale della Fgci (Federazione Giovanile Comunisti Italiani).
“Quanto chiesto dai giovani del Pdl di Treviso lo abbiamo già sentito durante il ventennio – commenta il giovane comunista – quando le sedi dei partiti antifascisti venivano chiuse per legge o con il manganello”.
“L’uso della parola libertà nel nome della loro organizzazione è davvero uno stupro verbale – aggiunge Arzarello -. Chiediamo al presidente dei giovani del Pdl, nonché ministro che ha giurato sulla Costituzione democratica se è d’accordo con questa richiesta. Un suo silenzio getterebbe un’ombra inquietante anche su di lei”.



La risposta di Paolo Ferrero, portavoce della Federazione della Sinistra

La presa di posizione dei giovani del PdL di Treviso di abolire Rifondazione Comunista e IdV è identica a quella dell’ayatollah Khamenei che vuole abolire l’opposizione in Iran. Per i giovani del PdL come per Khamenei l’opposizione è un insopportabile fardello e la democrazia un fastidio. La differenza è nelle motivazioni: Khamenei vuole abolire l’opposizione in nome della fedeltà all’islam più integralista. I giovani del PdL in nome della libertà. Infatti i giovani del PdL, come i fascisti e i nazisti del secolo scorso, contrappongono la libertà alla democrazia. Libertà di impresa, di reprimere chi dissente, di cacciare i migranti, di favorire i mafiosi e gli evasori con lo scudo fiscale e di sfruttare i lavoratori. La libertà sganciata dalla democrazia è la madre di tutte le dittature e infatti la cosa che sta avvenendo in Italia è la crescita di un movimento fascista che si ammanta dell’idea di libertà.


La risposta di Antonello De Pierro, Presidente dell'Italia dei Diritti

“Ci vuole una bella faccia tosta da parte della Giovane Italia di Treviso a lanciare proposte del genere, questo sempre se la proposta sia stata avanzata seriamente”.
È uno dei passaggi chiave del commento pronunciato da Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, in merito all’iniziativa alquanto singolare e provocatoria promossa dalla Giovane Italia di Treviso, il movimento giovanile del Popolo della Libertà: abolire per legge quei partiti e quei personaggi pubblici che, a loro dire, inneggiano all’odio verso il premier Silvio Berlusconi. I giovani pidiellini puntano naturalmente il dito contro l’Italia dei Valori e Antonio Di Pietro, contro Rifondazione comunista, Marco Travaglio e Michele Santoro, rei con le loro accuse di aver istigato la violenza contro il Cavaliere.
Se, invece, si tratta solo di una manovra pubblicitaria per ottenere un pizzico di visibilità, allora ci facciamo una risata, anche se ai promotori vanno i complimenti per aver ottenuto il loro scopo. Ma, partendo dal presupposto di seriosità dell’iniziativa, la cosa mi preoccupa non poco. Nascendo poi il tutto in una provincia dove il PdL coesiste in alleanza con la Lega Nord, molto rappresentativa, la proposta assume i contorni del paradosso".
Poi, il massimo esponente dell’Italia dei Diritti rincara la dose sulla Lega Nord: “Stiamo parlando di un partito che da sempre inneggia al razzismo, all’omofobia e, quindi, all’odio verso persone considerate, secondo il loro pensiero distorto, ‘diverse’. Non dimentichiamo, per ultimi, i cori di Matteo Salvini contro i napoletani e le sempre forti e discutibili frasi pronunciate dal vicesindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini. E se odio genera inevitabilmente violenza, per quanto riguarda la Lega l’equazione è stata da sempre esplicitata da frasi che non lasciano spazio a dubbi di sorta, su tutte vorrei ricordare le seguenti ‘Il tricolore lo uso per pulirmi il culo’, ‘Imbracceremo i fucili per fermare i romani’, ‘Pulizia etnica contro i culattoni’. Perciò – prosegue deciso De Pierro – se tolleriamo, seppur a mio parere in maniera indecorosa, un partito come quello di Bossi addirittura al governo, dove occupa quelle poltrone tanto demonizzate al grido di ‘Roma ladrona’, ma che poi diventano molto comode per le terga padane, allora non vedo come si possa chiedere l’abolizione di altri partiti democratici”.



Inoltre è possibile osservare nel seguente video del 13/12/09, dal minuto 2:40 in poi, giovani berluscones inneggiare al Duce e augurare la morte ai manifestanti del dissenso al governo presentatisi in piazza:



Proprio come nel 2006, con gli stessi slogan "Viva il Duce!", i berluscones (non solo i giovani) inneggiavano al Duce ad un comizio elettorale di Berlusconi in occasione della campagna elettorale per le politiche del 2006:



Per maggiori e dettagliate informazioni sui legami tra il governo Berlusconi e le organizzazioni neofasciste e neonaziste consigliamo di prendere visione del documentario Nazirock di cui proponiamo un estratto:




ORA E SEMPRE RESISTENZA!

giovedì 17 dicembre 2009

Commemorazione di Partigiani fucilati al Martinetto nell'inverno 1944-45

Carissimi genitori, parenti e amici tutti,
devo comunicarvi una brutta notizia. Io e Candido, tutt’e due, siamo stati condannati a morte. Fatevi coraggio, noi siamo innocenti. Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani. Io sono sempre vicino a voi. Dopo tante vitacce, in montagna, dover morire così … Ma, in paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina.
Vado alla morte tranquillo assistito dal cappellano delle carceri che, a momenti, deve portarmi la comunione. Andate poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito. Pregate per me. Vi chiedo perdono, se vi ho dato dispiaceri. Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po’ di denaro. Prendetelo e fate dire una messa per me. La mia roba datela ai poveri del paese. Salutatemi il parroco e il teologo e dite loro che preghino per me. Voi fatevi coraggio. Non mettetevi in pena per me. Sono in cielo e pregherò per voi. Termino con mandarvi tanti baci e tanti auguri di buon natale. Io lo passerò in cielo.
Arrivederci in paradiso.
Vostro figlio Armando
Viva l’Italia! Viva gli Alpini!

Dal carcere il 22 dicembre 1944


ANPI Giaveno-Valsangone

in collaborazione con

Comune di Coazze
ANPI Martiri del Martinetto

invita tutti alla

COMMEMORAZIONE DELLE FUCILAZIONI DI
ARMANDO AMPRINO E CANDIDO DOVIS (22-12-1944)
RUGGERO VITRANI (16-1-1945)


appartenenti alla 43a Divisione Autonoma Valsangone "Sergio De Vitis"


La manifestazione si terrà
martedì 22 dicembre ore 15.30
presso il Sacrario del Martinetto in corso Svizzera ang. via Appio Claudio a Torino

lunedì 14 dicembre 2009

ANPI Nazionale: decisa condanna per il ferimento di Silvio Berlusconi


Roma, 14 dicembre 2009

La Presidenza e la Segreteria Nazionale dell’ANPI esprimono la loro decisa condanna nei confronti del gesto insano con il quale è stato ferito il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nell’esprimere un augurio per un pronto ristabilimento in salute, l’ANPI rileva che, allorché il contrasto e perfino il conflitto tra diverse concezioni della politica sfociano nella violenza, si verificano un imbarbarimento e un degrado dei rapporti dai quali non possono che derivare profondi guasti per l’intera comunità nazionale. Questa è la lezione che il passato doloroso della nostra storia insegna.
Ciò sia detto quale ammonimento, anche se il gesto che ha colpito il Presidente del Consiglio è stato compiuto da uno squilibrato. La dialettica e le contrapposizioni politiche, sia detto una volta per tutte, debbono sempre essere esercitate in forma democratica, per una elementare ragione di coerenza con la conquista delle libertà sancite dalla nostra Costituzione.

Presidenza e Segreteria Nazionale Anpi

domenica 13 dicembre 2009

Discorso di Armando Cossutta alla manifestazione di Mirano: "Gli antifascisti hanno buona Memoria"

Video discorso Cossutta a Mirano 12/12/09 - parte 1



Video discorso Cossutta a Mirano 12/12/09 - parte 2


Carissimi,

l’ANPI – l’associazione dei partigiani e degli antifascisti – si sente di avere tutti i titoli (storici, politici e morali) per potersi rivolgere al nostro popolo e chiedergli di unirsi contro i pericoli del razzismo. Sono pericoli reali, sono pericoli gravi, che si inquadrano in un contesto generale di attacco al regime democratico.

La situazione è molto seria. Ed io sento una grande responsabilità. Di esprimere qui innanzi tutto una volontà di protesta, anzi di resistenza e nello stesso tempo di attenta riflessione. Oggi la democrazia è in pericolo per l’attacco aperto delle destre ed anche perché è stata indebolita una battaglia culturale considerata non fondamentale, giudicata persino in parte ormai “antica”, rendendo inadeguata la consapevolezza del pericolo.
Le destre di cui parliamo sono destre “costituzionalmente eversive”: un giudizio lucido, tremendo.
Sono costituzionalmente eversive perché, per la prima volta nella storia della Repubblica, sovvertono apertamente la forma e la sostanza del dettato costituzionale, come dimostrano gli attacchi ai soggetti storici della rappresentanza, dal Parlamento, ai sindacati, ai partiti e persino alla Corte Costituzionale ed al Capo dello Stato, in un conflitto senza precedenti sulla giustizia. E l’attacco violentissimo di ieri da parte di Berlusconi rasenta persino l’alto tradimento.
I connotati di questa destra sono il plebiscitarismo ed il populismo, che in nome del valore del suffragio universale scardinano gli assetti costituzionali dei poteri. Sono i connotati dei nuovi regimi autoritari di massa dai quali derivano le politiche economiche e sociali “di classe”; l’attacco alla scuola pubblica ed alla stessa laicità dello Stato, ai diritti fondamentali di espressione, al costume ed al tenore di vita del popolo italiano; l’attacco all’eguaglianza, che è fondamento di libertà e di giustizia. Fondamento della democrazia.

Intanto la crisi continua a colpire i più deboli, i licenziamenti si susseguono, i disoccupati aumentano. Ed i poveri sono ormai milioni e milioni, cittadini disperati di ogni regione, di ogni sesso, di ogni età, di ogni colore.
Non insisto. Ma desidero aggiungere che io considero grave la situazione anche perché, come ho detto all’inizio, c’è stata una inadeguata consapevolezza delle trasformazioni profonde che stavano avvenendo, delle cause, delle responsabilità,e che ritengo derivi dall’indebolimento di quello che considero il “pensiero forte”, quello costituzionalista, che nei decenni passati aveva permeato la società, che non solo aveva costruito emancipazione sociale, crescita civile, ma che aveva anche rappresentato una bussola per una cultura critica, una cultura politica rigorosa.
Dentro a questo pensiero c’era la memoria della nostra storia, c’erano principi, valori, l’idea di una società ma anche di una comunità, la difesa di un patto sociale che aveva costruito non solo diritti e conquiste di libertà, ma che aveva anche saputo costruire convivenza tra le persone. Da tempo questo “pensiero forte” si è disperso, accanto all’idea di una modernizzazione che tutto avrebbe cambiato.

Nella nostra protesta, nella nostra resistenza, intendiamo recuperare questa riflessione, per tutti, e lo diciamo anche per le forze democratiche e di sinistra!
In questo senso ritengo che la manifestazione di sabato scorso a Roma sia stata un’occasione importante. Migliaia e migliaia di giovani, di anziani, di cittadini hanno sfilato, rispondendo ad un appello “in rete”, al di fuori dei partiti.
Una straordinaria dimostrazione di forza e di consapevolezza, in nome della difesa della legalità, della democrazia, dei diritti. E che è stata anche l’espressione di una critica alla politica, ai partiti, ai loro ritardi, tatticismi, autoreferenzialità. Questa critica deve essere ascoltata.
Ma occorre oggi andare avanti, guardare avanti, occorre ascoltare ma anche unire, allargare la mobilitazione, unire le proteste, l’indignazione, per costruire insieme una straordinaria stagione di resistenza politica, culturale, di passioni, impegno, intelligenze. In nome di quel “pensiero forte” che non può essere disperso, e che deve essere per tutti prioritario. A questa responsabilità l’Anpi si intende spendere.

Per questo oggi abbiamo scelto di parlare di razzismo, di nominare il razzismo come la conseguenza più devastante delle derive antidemocratiche. Il razzismo non è fenomeno episodico, tutt’altro. Il razzismo è la manifestazione più devastante della perdita delle radici fondamentali della convivenza civile, il segno della trasformazione della cultura dominante, di un pensiero pervasivo delle coscienze che rischia di inficiare ogni prospettiva di progresso, di emancipazione sociale, di sviluppo democratico.
L’Italia ha già conosciuto il razzismo, durante il fascismo con le vergognose leggi razziali, ma anche durante le trasformazioni economiche negli anni del boom economico, con gli immigrati dal Sud al Nord, con i “terroni” vilipesi e discriminati.
Sappiamo che il razzismo è stato il prodotto tragico di regimi autoritari, ma è anche il prodotto di società che restano istituzionalmente e formalmente democratiche, quando il tessuto sociale si collassa, e le sue parti si separano, si divaricano.
La crisi economica, le paure sociali, quando non trovano risposte di progresso, generano mostri. E la violenza, l’intolleranza, il razzismo rischiano di diventare il cemento di un nuovo pensiero costruito sul “noi” e sul “loro”, gli uni contrapposti agli altri, in un’idea di società e di comunità ristretta, su sentimenti di appartenenza ristretta.

Oggi la Lega cavalca queste tendenze. Si pone alla testa di un movimento reazionario, xenofobo, oscurantista, volgare, rozzo; rappresenta il condiziona mento più pesante della politica del governo e fa del territorio, del sangue, della razza la sua nuova bandiera; perseguita, irride, denigra e divide.
“Noi” e “loro”, è la sua concezione.
Ed il “noi” diventa l’unica maggioranza che interessa, quella fatta da “uguali a noi”. I diritti diventano “nostri” contro quelli di qualcun altro. E solo i diritti “nostri” sono i diritti. I diritti non sono più i diritti di tutti.
Ed ecco allora i diritti del Nord contro il Sud, i diritti della scuola privata piuttosto che pubblica. I diritti delle famiglie “normali” contro quelle dei gay o delle lesbiche. I diritti degli italiani contro quelli degli immigrati.
Qui sta la legittimazione culturale del razzismo.
Ma qui sta anche la legittimazione culturale e sociale dell’autoritarismo per cui i diritti della maggioranza politica valgono di più di quelli della minoranza dell’opposizione; per cui il presidente del Consiglio può confondere il consenso con l’immunità, può pensare che con la maggioranza si possono cambiare le regole, si può decidere di fare qualunque cosa.
Autoritarismo, populismo, razzismo chiamano il nostro popolo ad un allarme democratico.

Quando un ragazzo che si drogava viene picchiato a morte in cella; quando a Roma bande organizzate escono alla caccia di gay o di rumeni; quando si respingono barconi di immigrati con donne e bambini; quando in una città si costruiscono muri per dividere i quartieri; quando si gettano sulla strada i bambini rom; quando si chiede di celebrare il “Natale bianco” e si attacca persino il cardinale Tettamanzi, accusandolo di essere un “iman”; quando il Parlamento vota il reato di immigrazione clandestina e il lodo Alfano e poi cerca di imporre leggi che comunque garantiscano al premier di non andare mai in tribunale – mai, né per i soldi mal acquisiti né per provata corruzione, e neppure per probabile collusione con la mafia; quando avviene tutto questo la democrazia è in pericolo.
Sotto il fascismo le camicie nere, le squadracce, le leggi razziali hanno trovato per un lungo periodo una legittimazione diffusa; oggi questo pericolo ritorna. Attorno a queste appartenenze identitarie tornano le ideologie dell’esclusione: in passato per censo, per razza, per sesso; oggi per “diversità”!
Il pericolo è grave e ci colpisce tutti.

Mai vi è stato un momento così difficile per la democrazia italiana. Il Paese è in abbandono. Per questo è importante la vostra presenza qui. Voi siete le forme autorganizzate della partecipazione sociale, della consapevolezza sociale che resiste. Spetta a voi, spetta all’ANPI – forte di un prestigio morale immenso – non fare disperdere la memoria storica, ma anche il compito di continuare la battaglia: ieri per la libertà e l’indipendenza della patria, oggi per la difesa della democrazia, per l’attuazione rigorosa della Costituzione, per lo Stato di diritto, per il lavoro, per la solidarietà umana (solidarietà non intesa come carità ma come responsabilità di tutti, gli uni per gli altri e verso la società), per l’eguaglianza, intesa innanzitutto come reciprocità.

L’ANPI è coscienza critica della Nazione. Essa non è soltanto una antica, grande associazione commemorativa, ma è una moderna associazione di massa, democratica, nazionale, popolare, che guarda ai bisogni del Paese, che guarda con fiducia e con grande impegno ai propri figli, quali costruttori di un futuro nobile e giusto.

L’ANPI chiama oggi i partigiani, i patrioti, gli antifascisti e tutti i democratici a scendere in campo. Basta! È ora di cambiare. Come vecchio partigiano ed uomo di sinistra ho sempre pensato alla democrazia come bene supremo, condizione di un progresso fondato su una politica eticamente forte, e penso ancora oggi alla democrazia, minacciata e calpestata, come condizione della convivenza tra le donne e gli uomini, in un mondo plurale, multietnico e multi religioso, e perciò profondamente, veramente unitario: il mondo che abbiamo voluto costruire con la vittoria del 25 aprile, la nascita della Repubblica, l’approvazione della Costituzione. E che rimane il nostro obiettivo.

Viva la Repubblica nata dalla Resistenza, fondata sul lavoro, sulla libertà, sulla giustizia,sull’eguaglianza; viva la Repubblica democratica italiana!

Armando Cossutta,
Vicepresidente Nazionale Vicario ANPI

Oggi settima giornata di Presidio Antifascista a Grugliasco!



Oggi settima giornata di Presidio Antifascista!

Piazza 66 Martiri dalle 10.00 alle 12.30

venerdì 11 dicembre 2009

ANPI Nazionale: Berlusconi eversivo aggredisce la Democrazia!


"Le eversive e volgari aggressioni del Presidente del Consiglio alla Corte Costituzionale ed alle istituzioni di garanzia suscitano la giusta, forte e indignata riprovazione e protesta di tutti gli antifascisti e di tutti i democratici.
Per la democrazia italiana il momento è difficile.
In nome della Resistenza e della Costituzione si levi forte il monito dei Partigiani, dei Patrioti, e della più ampia unità degli antifascisti e dei democratici."

Presidenza e Segreteria Nazionale ANPI

Su Piazza Fontana - di Daniele Biacchessi



Daniele Biacchessi
Radio24-IlSole24ore

In questi giorni di scontro politico - istituzionale, di forti contrasti tra poteri dello Stato, mi sono chiesto qual'è il valore che un familiare delle vittime della strage di piazza Fontana può dare alla parola giustizia.
A quarant'anni dal 12 dicembre 1969, dal giorno in cui gli italiani persero l'innocenza, per l'eccidio alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano, c'è una verità storica ma non una verità processuale.
Il mancato accertamento giudiziario è stato condizionato da numerosi fattori.
Gravissimi depistaggi vennero organizzati dall' Ufficio Affari Riservati del ministero dell'Interno.
Altri, ancora più gravi, furono ordinati dai vertici del SID, il servizio segreto di allora.
Sparirono documenti, testimoni, indizi, prove.
I processi vennero scippati ai legittimi tribunali.
Investigatori vennero allontanati dalle inchieste.
Dunque.
Cosa potranno mai pensare i parenti delle vittime della parola giustizia, dopo che l'ultima sentenza di Cassazione del 2005 li ha condannati a pagare le spese processuali in forza dell'assoluzione degli imputati neofascisti delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni?

A quarant'anni della strage di Piazza Fontana, lo Stato potrebbe compiere l'ultimo atto di riscatto: togliere il segreto di stato ed aprire gli armadi della vergogna, quelli che ancora sono disseminati nel nostro paese.

Perchè un'ingiustizia così grande non debba mai più ripetersi.

mercoledì 9 dicembre 2009

Incontro di fine anno 12/12/09- sezioni A.N.P.I. zona Ovest di Torino



Incontro di fine anno - sezioni A.N.P.I. zona Ovest di Torino

SABATO 12 DICEMBRE 2009

PROGRAMMA

ore 15.00
Apertura

ore 15.15
Saluto di apertura dell'incontro: Giuseppe Tarozzo, Presidente ANPI di Rosta

Saluto di benvenuto: Andrea Tragaioli, Sindaco di Rosta

Interverrà la banda musicale di Rosta.

Intervento ufficiale di Roberto Placido, Vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte, sul tema QUALI VALORI CIVILI E MORALI TRASMETTE AI GIOVANI LA COSTITUZIONE ITALIANA?

Saluti conclusivi ed augurali ai convenuti: Gino Cattaneo, Vicepresidente ANPI Nazionale

Presiede: Ezio Montalenti, Presidente Onorario ANPI di Rosta

ore 17.45
Rinfresco e brindisi di fine anno, offerto dalle sezioni ANPI per il 2010, all'insegna della Pace, del Progresso, della Giustizia e della Democrazia, della Libertà e del Lavoro

lunedì 7 dicembre 2009

ANPI Nazionale: Manifestazione contro il razzismo, in ricordo delle vittime delle leggi razziali e della barbarie nazifascista



Gli antifascisti hanno buona memoria.
Manifestazione nazionale contro il razzismo, in ricordo delle vittime delle leggi razziali e della barbarie nazifascista.


Siamo un popolo che ha radici nell’emigrazione. Ne conosciamo la storia, l’urgenza. Il dolore del distacco, l’accoglienza sospettosa, denigratoria. Persecutoria.
Siamo un popolo che ha subito l’assurdità e la violenza di un regime. Un regime che ci ha imposto la guerra e l’oppressione straniera, strappandoci la libertà e la parola per esprimerla.
Un regime che ci ha imposto per legge l’odio razziale.
Siamo un popolo che ha perso i suoi figli migliori, per reagire e riconsegnarci a una possibile storia migliore: democrazia, diritti, pace.
Chi ci governa sembra aver perso la memoria.
E tra noi c’è chi con un silenzio cieco, distratto, anche codardo sta trascorrendo indifferente giorni d’abominio.
Aprono galere per i mendicanti di pane e libertà. Li respingono alla morte quando chiedono accoglienza. Improvvisano squadre notturne per scovarli. Li denunciano quando hanno bisogno di cure.

Siamo un popolo che, contro tutto questo, ha il dovere di reagire.
Gli antifascisti hanno buona memoria.
L’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dà a questo popolo appuntamento per ritrovare la strada. Insieme. E con la Resistenza e la Costituzione lavorare per il futuro.


Incontriamoci a Mirano (Venezia), Piazza Martiri, sabato 12 dicembre, alle ore 15.

Mirano, tra il 25 luglio 1943 e il 27 aprile 1945: 15 partigiani, per lo più sotto i 23 anni, cuori di libertà, vengono trucidati.
Vogliamo ripartire da qui.

sabato 5 dicembre 2009

venerdì 4 dicembre 2009

L'A.N.P.I. e il NO BERLUSCONI DAY


L'A.N.P.I. e il NO BERLUSCONI DAY

Roma, 2 dicembre 2009

La Presidenza e la Segreteria Nazionale dell’ANPI, nel sottolineare l’esigenza dell’unità tra tutte le forze antifasciste e democratiche, auspica che la manifestazione “No B day” del 5 dicembre prossimo possa costituire una positiva occasione per riaffermare con compostezza, serietà e forza:

- il valore irrinunciabile della legalità e dell’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge;

- l’urgente necessità di una politica economica e sociale adeguata alla tutela dell’occupazione, del lavoro e delle fasce più deboli;

- il più rigoroso rispetto della Costituzione e delle autonome funzioni delle istituzioni repubblicane e dei poteri di garanzia, presupposto essenziale su cui si fonda la nostra democrazia conquistata dalla Resistenza.

PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALE ANPI