giovedì 24 dicembre 2009

Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa esalta la Decima Mas



In data 23 dicembre 2009 il Ministro della Difesa della Repubblica Italiana Ignazio La Russa si trovava nella caserma Vannucci della Brigata Folgore (Livorno), per pronunciare il suo discorso di auguri di Natale e di fine anno nei confronti della Forze Armate, e affermava:

"C'è l'orgoglio di sapere che le nostre forze armate sono una vera eccellenza, un esempio per le nuove generazioni. La stragrande maggioranza degli italiani guarda a voi con affetto e si sente rappresentata da questi uomini e donne che hanno scelto di servire la patria in armi. Purtroppo abbiamo anche quest'anno avuto dei lutti e pianto la scomparsa di uomini valorosi che si sono spinti fino all'estremo sacrificio nella meritoria opera di consolidamento della pace. Tra i reparti schierati in questo piazzale c'è l'elite delle nostre forze armate, come il Comsubin della marina, erede della non dimenticata Decima Mas".

Ad ascoltare erano presenti i reparti della Brigata Folgore, dell'Aeronautica Militare, della Marina Militare e dei Carabinieri, il discorso ha rivestito quindi carattere di ufficialità.
Il reparto militare denominato "X Mas" ("Decima Flottiglia Mas", per esteso) fu un'unità marina della Regia Marina Italiana, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, specializzata in incursioni e sabotaggi.
Dopo l'armistizio del 1943 fece parte della Repubblica di Salò, periodo nel quale venne riorganizzata in reparto di fanteria ed impiegata in particolar modo nella lotta antipartigiana nella quale macchiò indelebilmente il proprio nome, distinguendosi per i feroci metodi coi quali affrontò la guerriglia, schierandosi peraltro dalla parte di Hitler, contro quella che sarebbe diventata l'odierna Repubblica Italiana, democratica e antifascista.
Fucilazioni di civili, esecuzioni sommarie, sevizie di ogni tipo, torture, impiccagioni nelle pubbliche piazze (con corpi esposti a lungo) e asportazione ingiustificata di averi per profitto personale (saccheggio), sono alcuni degli aspetti più cupi delle vicende legate alla X Mas, che secondo il Ministro Ignazio La Russa sarebbe degna di essere ricordata.

Con questa petizione intendiamo rendere noto che l'Italia è una repubblica democratica le cui fondamenta poggiano sulla Carta Costituzionale, donataci dall'estremo sacrificio della lotta partigiana e da chiunque si oppose al regime fascista, e mai si dovrebbe elogiare chiunque abbia preso parte a qualsivoglia raggruppamento (civile e militare) di chiaro stampo nazifascista.
A tal proposito, la Legge n.645 del 20 giugno 1952 (Legge Scelba) indica espressamente come reato di apologia del fascismo la propaganda effettuata in favore di "esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche", e prevede condanne (pecuniarie e non) per chi la effettua.
Ribadiamo che l'Italia intera si indigna di fronte a queste affermazioni, chiediamo che il Ministro La Russa si scusi pubblicamente con le vittime della lotta partigiana, con i loro discendenti e con l'Italia intera, affinché non si ripetano in futuro tali gesti.

Chiediamo inoltre che chiunque faccia reato di apologia del fascismo venga giudicato secondo la Legge, che ogni cittadino del popolo italiano è tenuto a rispettare.


Si allega la descrizione della "X Mas", dal sito dell'ANPI Nazionale:

Il processo iniziato a Roma 1'8 febbraio 1948 contro Junio Valerio Borghese portò a conoscenza dell'opinione pubblica alcuni dei servizi più significativi resi dalla "Decima MAS" agli invasori tedeschi.
Nella sentenza di rinvio a giudizio le imputazioni erano, tra l'altro, di aver compiuto "continue e feroci azioni di rastrellamento di partigiani e di elementi antifascisti in genere, talvolta in stretta collaborazione con le forze armate germaniche, azioni che di solito si concludevano con la cattura, le sevizie particolarmente efferate, la deportazione e la uccisione degli arrestati, e tutto ciò sempre allo scopo di contribuire a rendere tranquille le retrovie del nemico, in modo che questi più agevolmente potesse contrastare il passo agli eserciti liberatori".
Diversi gli episodi di violenza criminale addebitati alla formazione di Junio Valerio Borghese. Tra questi quelli di Valmozzola, con uccisione di dodici partigiani in combattimento ed esecuzione sommaria di altri otto partigiani catturati; di Crocetta del Montello, con uccisione di sei partigiani e sevizie efferate di altri arrestati; di Castelletto Ticino, con l'uccisione di cinque ostaggi; di Borgo Ticino, con l'uccisione di dodici ostaggi, oltre a "ingiustificate azioni di saccheggio ed asportazione violenta ed arbitraria di averi di ogni genere, ciò che il più delle volte si risolveva in un ingiusto profitto personale di chi partecipava a queste operazioni".
Condannato a una pena più che mite, Borghese poté riprendere, dopo un breve soggiorno in carcere, le sue attività contro la Repubblica.


Nessun commento: