8 Settembre 1943-2017: 74° anniversario dell'Armistizio, inizia la Guerra di Liberazione contro il nazifascismo
Oggi, 8 settembre 2017, ricordiamo la resa incondizionata che l'Italia ha firmato con gli Alleati nel 1943 attraverso la stipulazione dell'Armistizio, quello corto il 3 settembre a Cassibile, vicino Siracusa, e quello lungo il 29 settembre a Malta.
L'Armistizio ha posto le fondamenta per le future rivendicazioni delle Nazioni Unite vincitrici della Seconda Guerra Mondiale nei confronti dell'Italia sconfitta, sancite nel Trattato di Pace di Parigi firmato il 10 febbraio 1947.
Con il famoso annuncio del Maresciallo Pietro
Badoglio, già criminale di guerra per il genocidio perpetrato anche con
l'ausilio di armi chimiche contro le popolazioni indigene in Etiopia, il
Regio Esercito Italiano venne lasciato senza ordini e quindi allo
sbando:
"Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza."
Il 9 settembre il Re Vittorio Emanuele III di Savoia, suo figlio Umberto e tutta la corte monarchica, insieme a Pietro Badoglio, fuggirono da Roma prima a Pescara e poi a Brindisi, dando vita al Regno del Sud e abbandonando esercito e popolo in piena Seconda Guerra Mondiale.
I nazisti attuarono il piano Alarich, già progettato da Hitler fin dal maggio 1943, procedendo alla neutralizzazione delle forze armate italiane e al controllo militare del territorio italiano.
"Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza."
Il 9 settembre il Re Vittorio Emanuele III di Savoia, suo figlio Umberto e tutta la corte monarchica, insieme a Pietro Badoglio, fuggirono da Roma prima a Pescara e poi a Brindisi, dando vita al Regno del Sud e abbandonando esercito e popolo in piena Seconda Guerra Mondiale.
I nazisti attuarono il piano Alarich, già progettato da Hitler fin dal maggio 1943, procedendo alla neutralizzazione delle forze armate italiane e al controllo militare del territorio italiano.
Il Duce del fascismo Benito Mussolini, prigioniero sul Gran Sasso, venne
liberato dai nazisti e portato in Germania, dove su richiesta di Hitler
riorganizzò il fascismo sotto le insegne della Repubblica Sociale
Italiana, un rinnovato governo fascista alle dirette dipendenze del Reich e svincolato dalla monarchia, che
utilizzò le sue forze armate - costituite e addestrate in Germania - per
contrastare la crescente Resistenza partigiana in fase di
organizzazione militare e diffusione, via via sempre più rapida e
consolidata.
Oltre all'istituzione della RSI, due territori
vennero strappati all'Italia e annessi direttamente al Reich: la Zona
di Operazione delle Prealpi (Operationszone Alpenvorland, corrispondente
alle province di Bolzano, Trento e Belluno) e la Zona di Operazione del
Litorale Adriatico (Operationszone Adriatisches Kustenland,
corrispondente alle province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e
Lubiana).
In pochi giorni i nazisti disarmarono e catturarono 1.007.000 militari italiani, su un totale approssimativo di circa 2.000.000 effettivamente sotto le armi.
Circa 196.000 scamparono alla deportazione dandosi alla fuga o grazie agli accordi presi al momento della capitolazione di Roma.
Dei rimanenti 810.000 circa (di cui 58.000 catturati in Francia, 321.000 in Italia e 430.000 nei Balcani):
- oltre 13.000 persero la vita durante il brutale trasporto dalle isole greche alla terraferma
- 94.000, tra cui la quasi totalità delle Camicie Nere della MVSN, decisero immediatamente di accettare l’offerta di passare con i tedeschi
- al netto delle vittime, dei fuggiaschi e degli aderenti della prima ora, nei campi di concentramento del Terzo Reich vennero dunque deportati circa 710.000 militari italiani con lo status di IMI e 20.000 con quello di prigionieri di guerra
- entro la primavera del 1944, altri 103.000 si dichiararono disponibili a prestare servizio per la Germania o la RSI, come combattenti o come ausiliari lavoratori.
In
totale, quindi, tra i 600.000 e i 650.000 militari rifiutarono di
continuare la guerra al fianco dei tedeschi e furono rinchiusi in
numerosi campi di prigionia in Germania e nei territori occupati:
Stammlager (Stalag) e loro dipendenze (Arbeitskommando, AK) per i
soldati e i sottufficiali avviati al lavoro coatto; Offizierslager
(Oflag) per gli ufficiali; campi di punizione (Straflager), di
rieducazione al lavoro (AEL) o dipendenze dei campi di sterminio (KZ,
Konzentrationszone) per i militari accusati di sabotaggio e presunti
altri reati.
Di questi, circa 50.000 perirono nei lager per la fame, lo sfinimento e le malattie.
[Bibliografia sugli IMI:
Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943-1945. Traditi, disprezzati, dimenticati, USME, Roma 1997
Gabriele Hammermann, Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945, Il Mulino, Bologna 2004
Mario Avagliano e Marco Palmieri, Gli Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945, Einaudi, 2009]
[Bibliografia sugli IMI:
Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943-1945. Traditi, disprezzati, dimenticati, USME, Roma 1997
Gabriele Hammermann, Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945, Il Mulino, Bologna 2004
Mario Avagliano e Marco Palmieri, Gli Internati Militari Italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945, Einaudi, 2009]
Sempre il 9 settembre venne costituito a Roma il CLN, Comitato di Liberazione Nazionale,
cioè l'organo politico della Resistenza, da parte delle principali
forze politiche antifasciste di rilievo nazionale: Partito Comunista
d'Italia (PCI), Democrazia Cristiana (DC), Democrazia per il Lavoro
(DL), Partito Liberale Italiano (PLI), Partito d'Azione (PdA), Partito
Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP).
Analoga struttura unitaria venne mantenuta in tutte le articolazioni periferiche dei vari CLN locali nei territori occupati.
L'11 settembre, da Roma, il comandante in capo delle forze armate
tedesche in Italia Feldmaresciallo Albert Kesselring, diramò
un'ordinanza per cui "il territorio dell'Italia a me sottoposto è
territorio di guerra" e subordinò alle sue direttive tutte "le autorità e
le organizzazioni civili italiane": l'obiettivo dei nazisti era
asservire il territorio e la popolazione italiana alle esigenze belliche
del Reich occupante.
Tradizionalmente, l'8 settembre dell'Armistizio è stato assunto come data simbolo dell'inizio della Guerra di Liberazione contro i nazi-fascisti, che vide sviluppare le prime bande partigiane attorno a gruppi formati principalmente da esponenti dell'Antifascismo clandestino sopravvissuto per vent'anni al regime fascista, dai militari sbandati scampati ai rastrellamenti nazisti e dai giovani renitenti alla leva che rifiutavano di arruolarsi tra le fila della RSI agli ordini dei tedeschi.
Tradizionalmente, l'8 settembre dell'Armistizio è stato assunto come data simbolo dell'inizio della Guerra di Liberazione contro i nazi-fascisti, che vide sviluppare le prime bande partigiane attorno a gruppi formati principalmente da esponenti dell'Antifascismo clandestino sopravvissuto per vent'anni al regime fascista, dai militari sbandati scampati ai rastrellamenti nazisti e dai giovani renitenti alla leva che rifiutavano di arruolarsi tra le fila della RSI agli ordini dei tedeschi.
L'8
settembre rappresenta un momento storico imprescindibile per conoscere e
comprendere la storia d'Italia, i valori della Libertà e i principi
della Costituzione repubblicana; rappresenta il momento del riscatto
nazionale e della scelta, una scelta volontaria, una scelta d'azione di
lotta resistente e partigiana: la scelta della Libertà.
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