Grugliasco,
30 Giugno 2017
“Ve
lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori, eccoli qui,
eccoli accanto alla nostra bandiera. Sono i fucilati del Turchino,
della Benedicta, dell' Olivella e di Cravasco, sono i torturati della
Casa dello Studente (...) Questi valori che resteranno finché durerà
in Italia una Repubblica democratica sono: la libertà, la giustizia
sociale, l' amor di patria.(...) Noi, in questa ritrovata unità,
siamo decisi a difendere la Resistenza (...). Lo consideriamo un
nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l' avvenire dei
vivi, lo compiremo fino in fondo, costi quel che costi”.
[Sandro
Pertini - Genova, 28 giugno 1960]
A
Genova, il 30 giugno, si sono date appuntamento diverse realtà
antifasciste della nostra società per costituire un corteo
antifascista, finalizzato a ricordare i “fatti di Genova” del
1960 ed in aperto contrasto con il decreto Minniti.
Un
corteo pacifico che ha trovato l’opposizione degli eredi di quel
MSI che 47 anni fa venne cacciato da Genova, città Medaglia d'Oro al
valore per la Resistenza, dai ragazzi con “le magliette a strisce”,
dai partigiani, dai portuali, dagli aderenti alla Camera del Lavoro,
insomma, da tutti coloro che vivevano come un'offensiva provocazione
il fatto che il partito più vicino alla destra fascista, e che anzi
si richiamava espressamente ai principi del fascismo, avesse scelto
di riunirsi nella loro città.
Oggi
i responsabili dei vertici di alcune forze politiche della destra
istituzionale, chiedono di vietare la manifestazione prevista, a
causa - secondo loro - dell’alto rischio di incidenti e
danneggiamenti: perché - secondo loro - si configurerebbe l’apologia
di reato, sostenendo la correlazione “antifascista uguale
criminale.”
Una
richiesta che riteniamo faziosa e finalizzata a portare avanti
quell’ostracismo praticato nei confronti di tutte quelle realtà
resistenziali che in Italia rappresentano quei valori e quei principi
che trovano conforto sia nella nostra Costituzione sia al percorso
politico della Resistenza.
Ci
chiediamo che cosa avrebbe detto Sandro Pertini in un’occasione
simile, quale discorso avrebbe pronunciato, se avrebbe permesso che
realtà aderenti alla sfera neofascista esprimessero contrarietà ad
una manifestazione di tale genere.
In
questo momento storico restare in silenzio di fronte a fatti di
questo tipo vuol dire accettare supinamente di lasciare campo libero
alle destre, di sdoganare i neofascisti. Restare fermi senza far
nulla vuol dire essere complici di un processo che sta vedendo il
ribaltamento del percorso che portò il nostro Paese alla Liberazione
e alla democrazia.
Noi
non siamo indifferenti.
Noi
non ci sentiamo di appartenere a quella schiera silenziosa di realtà
che dichiarano di sedere tra i banchi dell’antifascismo, peccando
però di vergognoso silenzio e ignominioso immobilismo quando
l’antifascismo e la libertà sono minacciati.
Prendiamo
dunque ferma posizione di contrarietà nei confronti di qualunque
provvedimento dovesse essere adottato contro la libertà di
manifestare, denunciamo i reiterati tentativi di impedire la libera
espressione di idee e inviamo la nostra solidarietà ai gruppi che
hanno organizzato la manifestazione.
Da
Grugliasco a Genova, oggi come allora, inviamo un messaggio chiaro e
semplice:
il
fascismo non passerà!
Il
Comitato di Sezione A.N.P.I. "68 Martiri - Grugliasco"
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