Torino, 27 gennaio 2014
COMUNICATO A.N.P.I.
L’A.N.P.I. contro la violenza,
l’autoritarismo e l’ingerenza strumentale dei partiti
Sempre a fianco di chi
lotta per la Costituzione
L’A.N.P.I.
ha il dovere di schierarsi:
-
contro la violenza, ma ciò non significa confondere aggressori e aggrediti, e
soprattutto non significa cadere nella trappola della solidarietà strumentale
agli aggressori e alla loro corte;
-
contro la militarizzazione del territorio della Val Susa e i metodi autoritari,
violenti e intimidatori impiegati dalle istituzioni e dalle forze dell'ordine
per reprimere il legittimo dissenso dei valsusini, mediante la sospensione
della democrazia e dei diritti sanciti nella Costituzione;
- contro le scelte e le
posizioni autoritarie e violente di chi sostiene la repressione dei movimenti
antifascisti in lotta per i diritti civili e sociali, definendoli
"eversivi" e "terroristi", per proseguire a garantire
privilegi e profitti ai potenti.
Ci opporremo sempre a tutti
coloro che - spesso appartenenti al PD - vorrebbero trasformare l’A.N.P.I. in
una costola del loro partito, strumentalizzando l’A.N.P.I. per poter
legittimare davanti all’opinione pubblica le scelte autoritarie e
incostituzionali del proprio partito.
Non tollereremo più alcuna
ingerenza da parte delle forze politiche nei confronti dell’A.N.P.I., men che
meno da chi si ostina a definirsi antifascista contraddicendosi sia nelle
scelte politiche del proprio partito e sia nel rapporto autoritario e
strumentale attuato all’interno della nostra Associazione.
Noi dell'A.N.P.I.
rinnoviamo l'impegno antifascista e ci schieriamo pubblicamente al fianco di
tutti coloro che oggi, al netto di impropri parallelismi e assurdi richiami al
terrorismo, lottano con lo spirito della Guerra di Liberazione per la concreta
realizzazione di una società altra e possibile.
Direttivo
Sezione A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario" Bussoleno - Foresto –
Chianocco (TO)
Comitato
di Sezione A.N.P.I. "G. Perotti MAVM - A. Appendino" di Torino, Nizza
Lingotto (TO)
Comitato di Sezione
A.N.P.I. “68 Martiri” Grugliasco (TO)
DOCUMENTO INTEGRALE A.N.P.I.
L’A.N.P.I. contro la violenza,
l’autoritarismo e l’ingerenza strumentale dei partiti
Sempre a fianco di chi
lotta per la Costituzione
“Un nuovo fascismo strisciante e insieme sfacciato è stato sdoganato in
Italia dai troppi silenzi, dai troppi interessi particolari che hanno accecato
chi in Parlamento avrebbe dovuto erigere una diga invalicabile alla svendita
della nostra democrazia al potere del denaro e del mezzo televisivo con il
quale si ottiene questo consenso ottuso. Oggi come allora questa nuova
dittatura morbida ci impone di sentirci più che mai uniti, più che mai
arrabbiati e decisi a vincere ancora, uomini e donne, vecchi e giovani,
strappando la maschera a tutti coloro che sognano di farci ridiventare sudditi
e non più cittadini, così come abbiamo affermato nella nostra Costituzione
repubblicana. Lottiamo insieme contro questa mostruosa connivenza, combattiamo
l'opportunismo e la resa, ritrovando la nostra capacità di agire con ogni
mezzo, in nome dei tanti nostri caduti, portando avanti il loro e il nostro
ideale di giustizia e libertà."
[Teresa Mattei, Partigiana
e Costituente]
“L’ANPI ha lo scopo di: battersi
affinché i princìpi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi
essenziali nella formazione delle giovani generazioni; concorrere
alla piena attuazione nelle leggi e nel costume, della Costituzione italiana,
frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha
dettato gli articoli; dare aiuto
e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per
quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra
partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione”.
[Statuto Nazionale ANPI,
art. 2, lettere i, l, m]
Compagne e compagni,
È ormai evidente che
l'A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Ente Morale dal 1945,
deve resistere non solo dagli attacchi esterni dei suoi nemici storici, ma
anche dagli attacchi interni della sua componente conservatrice e governativa.
Il rischio consiste nel diventare sempre più ostaggio - cioè strumento - nelle
mani di coloro, spesso appartenenti al PD, che vorrebbero criminalizzare e
spazzare via chiunque non la pensi come loro, una provocazione inaccettabile,
di natura politico-repressiva, che ripropone il modus operandi della dolorosa
esperienza storica cui ha posto fine la Resistenza delle donne e degli uomini
che nel 1943-1945 scelsero di unirsi ed organizzarsi per lottare e costruire un
futuro migliore.
Vogliamo essere chiari e
diretti: se alcune forze politiche o loro componenti hanno intenzione di
“militarizzare” l'A.N.P.I. con i propri soldati della politica, così come altri
soldati hanno militarizzato la Val di Susa, sappiano che ci opporremo sempre a
tutti coloro che vorrebbero trasformare l’A.N.P.I. in una costola della loro
forza politica di riferimento, magari strumentalizzando l’A.N.P.I. per poter
legittimare davanti all’opinione pubblica le scelte autoritarie e
incostituzionali del proprio partito.
La misura è ormai colma.
Noi non tollereremo più
alcuna ingerenza e alcuna strumentalizzazione, da parte delle forze politiche e
a qualunque livello, nei confronti della nostra Associazione, men che meno da
chi si ostina a definirsi antifascista contraddicendosi sia nelle scelte
politiche del proprio partito e sia nel rapporto autoritario e strumentale
attuato all’interno della nostra Associazione: per questo motivo muoveremo una
battaglia culturale in ogni sede e in ogni contesto contro le scelte e le
posizioni di chi sostiene la repressione dei movimenti antifascisti in lotta
per i diritti civili e sociali, definendoli "eversivi" e
"terroristi", per proseguire a garantire privilegi e profitti ai
potenti.
Il Movimento NO TAV non è
né terrorista, né eversivo, queste sono le stesse accuse che hanno subìto
alcune compagne e compagni della Sezione A.N.P.I. di Bussoleno nell'estate del
2013, un accanimento giudiziario e poliziesco che accusandoli di “eversione” e
“terrorismo” ha dato mandato alle forze dell’ordine di sequestrare i loro
indumenti con i simboli antifascisti dell’A.N.P.I., inclusi i foulard rossi
della 42° Brigata d'Assalto Garibaldi “Walter Fontan”.
Adesso basta! L’A.N.P.I.
non cadrà nella trappola della "strategia della tensione", progettata
e costruita dai poteri forti, per distruggere ogni alternativa al loro dominio
e ogni ostacolo al loro desiderio di profitto.
Possiamo essere ignorati, derisi,
controllati, spiati, repressi, emarginati, arrestati, ma i simboli di vita,
libertà, giustizia, fratellanza, pace e dignità che portiamo sui foulard dell'A.N.P.I.
e nella militanza quotidiana – anche nel Movimento NO TAV - non possono essere
cancellati: perché i simboli della Resistenza antifascista rappresentano un'idea
universale che combina memoria del passato, guida del presente e progetto di
futuro.
Questa è la sintesi della nostra
Costituzione: uniti nella diversità, verso obiettivi comuni e sulla base di
valori imprescindibili.
I mandanti di tale attacco alla libertà
personale e associativa stanno tentando di recidere le radici storiche del
ribellismo di una vallata che si è sempre opposta ai tanti, troppi colpi del
potere costituito contro il suo ecosistema sociale e naturale; una vallata che
sa ribellarsi praticando la democrazia diretta, la partecipazione popolare e la
lotta nonviolenta; una vallata che si ribella senza contrapporsi alle
istituzioni in quanto tali ma includendole nella sua lotta.
Coloro che hanno deciso, eseguito e
giustificato questa aggressione hanno voluto colpire un punto di riferimento
importante per il territorio e la popolazione, un gruppo di persone che lavora
per tramandare e rafforzare il legame ideale e materiale che la Val Susa ha con
il proprio passato, uomini e donne che insieme e per gli altri hanno scelto di
unirsi, organizzarsi e lottare perché credono che solo ricordando e perpetuando
questo legame è possibile costruire un futuro migliore.
Ci ricordiamo di coloro che definivano
“ribelli” e "terroristi" i Partigiani e le Partigiane: erano quegli
stessi che riempivano le prigioni, le sale di tortura, i campi di
concentramento e i forni crematori con gli oppositori politici e le persone
ritenute di razza inferiore, cioè chi in quanto diverso era considerato
pericoloso e perciò perseguitato per quello che faceva, quello che pensava e
quello che era: un nemico, dunque qualcuno da combattere ed eliminare,
cancellandolo dalla storia.
Non appartengono al Movimento NO TAV presunti
pedinamenti di giornalisti dal dubbio valore civile e morale, o bottiglie con
sostanze infiammabili sui pianerottoli di parlamentari che stanno portando la
Repubblica alla deriva (economica, civile, morale, istituzionale). È
consuetudine ormai addossare ai militanti NO TAV colpe non loro, piuttosto che indagare
a fondo sui singoli episodi, riguardanti addirittura persone che tra l’altro,
da quanto loro riportato, vivono sotto scorta. Esiste poi una stampa alle
dipendenze dei poteri forti che getta continuamente discredito e pratica
disinformazione su tutto ciò che riguarda il Movimento NO TAV. Non è forse un
caso che l’informazione italiana non sia fra le prime 50 del mondo.
Di certo non si preoccupino i compagni e le
compagne della Presidenza del Comitato ANPI Provinciale di Torino: se e quando
vedremo terrorismo e atti di terrorismo, li denunceremo così come già facciamo
da anni contro la macchina militare, diffamatoria e inquisitoria che si muove
contro la Valle di Susa e i suoi abitanti.
Chi sta promuovendo l'attacco agli
antifascisti che nell'A.N.P.I. non si piegano alle ingerenze del PD? Violento è
chi pratica violenza quotidiana servendosi delle istituzioni per fini
personali, usando il potere derivante da responsabilità pubbliche, elettive e
temporanee per il raggiungimento di interessi privati. I violenti sono coloro
che usano la violenza - diretta e indiretta, individuale e strutturata - come
sistema di relazioni sociali e politiche, calpestando i diritti di tutti.
I violenti sono
gli stessi che, con ruoli istituzionali e a vari livelli, hanno attaccato la
Sezione A.N.P.I. Nizza Lingotto della IX Circoscrizione di Torino, approvando
un vergognoso ordine del giorno di matrice revisionista, reazionaria e
antipartigiana; che hanno voluto e conducono la militarizzazione della Val di
Susa; che comandano le forze dell’ordine autorizzandole ad aprire il fuoco sui
migranti che scappano dalla guerra e dalla povertà; che perseguono la
secessione di ampie zone dell’Italia dal resto della Repubblica; che approvano
leggi contrarie alla Costituzione, come ad esempio quelle che hanno consentito
la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Libia; che decidono i finanziamenti
pubblici per le scuole non statali, demolendo il diritto allo studio attraverso
la cancellazione progressiva di borse di studio, posti letto per studenti fuori
sede, reprimendo i movimenti studenteschi; che compiono la demolizione dei
diritti civili e dei lavoratori, che genera precarietà e suscita insicurezza
(come l'articolo 18 della Legge 300/70); che continuano la devastazione del
paesaggio e la cementificazione, che causano frequenti e disastrose catastrofi
ambientali; che pianificano la sistematica subordinazione dei servizi pubblici
locali alle logiche del mercato (privatizzazioni, a partire dall'acqua, in
aperta violazione della sovranità popolare dei referendum del 12 e 13 giugno
2011); che concedono il riconoscimento da parte della Repubblica ai
nazifascisti uccisi sul confine orientale durante la Guerra di Liberazione
1943-1945, definendoli "vittime" e "martiri" con la Legge
92/04; che operano lo stravolgimento dell'articolo 81 della Costituzione,
introducendovi l’obbligo del pareggio di bilancio, senza neppure sottoporlo al
giudizio sovrano del popolo tramite referendum; che creano i CPT/CIE per
immigrati, moderne forme di campi di concentramento dove si viene rinchiusi a
causa di ciò che si è anziché per le proprie azioni; che reprimono e
criminalizzano ogni lotta sociale e ogni movimento spontaneo di rivendicazione
dei diritti e della dignità umana, come i comitati per l’emergenza sfratti e il
diritto all’abitare; che impoveriscono la cultura e la formazione dei
cittadini, strumento di pace, in favore delle spese militari e dei mezzi di
guerra; che svuotano le istituzioni repubblicane del loro ruolo e delle loro
funzioni di presidio costituzionale in favore degli interessi delle banche e
dei grandi gruppi di potere finanziario; che impongono leggi elettorali
aberranti e incostituzionali che falsano la proporzionalità del risultato del
voto popolare, utilizzando distorsioni quali l'impedimento ad esprimere
preferenze, premi di maggioranza e soglie di sbarramento sempre più alte.
I violenti sono
gli stessi che in questi anni - nelle forze politiche di maggioranza e
all’opposizione, nei consigli di amministrazione della banche e delle industrie
pubbliche e private, nei salotti e nei clubs - stanno portando a termine il
progetto piduista di indebolimento e distruzione della Costituzione, ultimo
baluardo di difesa contro la deriva autoritaria e la repressione politica
organizzata su scala di massa.
I violenti sono
gli stessi che vorrebbero trasformare la nostra Repubblica da parlamentare a
presidenziale, eseguendo a livello nazionale gli ordini dei finanzieri
internazionali (come auspicato dalla J.P. Morgan), attaccando la Costituzione
mediante lo svuotamento del suo contenuto e cancellando oltre un secolo di
conquiste del movimento dei lavoratori e di lotte popolari contro
l'oppressione.
I violenti sono
gli stessi che cancellano la democrazia dai luoghi di lavoro con l’esclusione
della rappresentanza dei lavoratori costituzionalmente disciplinata, accettando
solo quelle organizzazioni sindacali che si piegano all’arroganza e alla
prepotenza del potere economico e finanziario, emarginando ancora una volta chi
non è concorde e chiede il concreto rispetto della Costituzione.
I violenti sono
gli stessi che negano la presenza in Valle Susa delle organizzazioni criminali
di stampo mafioso (Bardonecchia primo
comune del nord Italia commissariato per mafia nel 1995) e il legame tra queste
ed alcune aziende coinvolte nella questione TAV.
È ora di
riconoscere la violenza e di porvi fine, organizzando la controffensiva contro
quanti vorranno proseguire a garantire i privilegi di pochi ai danni del bene
comune, contro quanti continuano a mascherare la lotta per la democrazia e i
diritti costituzionali di tanti comitati cittadini dietro le accuse di “eversione”
e “terrorismo”.
Noi consideriamo
eversione e terrorismo affrontare il conflitto sociale - di cui la Costituzione
è garante, regolatrice e risolutrice - come una questione di ordine pubblico,
per sostituire il dialogo e il confronto con il manganello in casa e la guerra
imperialista all’estero; far assurgere il razzismo a principio del proprio
agire politico e istituzionale, o sostenere in qualsiasi modo organizzazioni
neofasciste come Casapound e Forza Nuova; allontanare sempre più dalla pensione
intere generazioni di lavoratori e gettare nella disoccupazione e nella
mala-occupazione milioni di persone con la semplice firma di una legge o la non
firma di un contratto, schiacciando un pulsante da uno scranno in Parlamento o
dalla tastiera di un ufficio di consulenza, determinando macelleria sociale e
aizzando la guerra tra poveri.
Non sono forse
queste le autentiche eversioni, l’autentico terrorismo, la vera violenza? Non
sono forse loro gli eversori e i terroristi, coloro che sono volontariamente
colpevoli dell’impoverimento, istupidimento, divisione e sottomissione dei
cittadini sempre più preoccupati, confusi e spaventati?
Per queste
ragioni, compagne e compagni della Val di Susa, siamo con voi e con il vostro
percorso di lotta civile, culturale e nonviolenta.
Siamo convinti che quella attuale sia una
fase reazionaria in sviluppo costante: il Governo e la maggioranza del
Parlamento, con il silenzio del Presidente della Repubblica, si apprestano a
irreggimentare e ostacolare il diritto dei cittadini ad organizzarsi in
associazioni, movimenti e collettivi di protesta.
Seguirà inevitabilmente l’estensione e
l'inasprimento del controllo e della repressione verso tutti i soggetti
antifascisti oggi attivi in Italia - movimenti per l’acqua bene comune,
movimenti studenteschi e gruppi di lavoratori in lotta, organizzazioni
sindacali e di partito che si ispirano ai valori della Resistenza, ong
militanti, comitati locali, Movimenti NO TAV, NO MUOS, NO DAL MOLIN, NO F35, parrocchie,
collettivi, centri sociali, associazioni di volontariato, ecc.
Siamo di fronte, già oggi, all’aggressione
violenta ad ogni opposizione sociale e alla criminalizzazione di ogni dissenso.
L'A.N.P.I. non può sostenere in alcun modo e
con nessuna sfumatura queste posizioni, anzi, deve attrezzarsi, aggiornarsi e
organizzarsi per contrastarle, nel pieno rispetto dello Statuto nazionale.
Nella campagna di mobilitazione in difesa
della Resistenza e della Costituzione, è naturale che l’A.N.P.I. stringa e
rinnovi alleanza con tutti i soggetti antifascisti e in lotta per i diritti
costituzionali e sociali, incluso il Movimento NO TAV, come già indicato anche
dal Partigiano Don Andrea Gallo.
Perciò, oggi più che mai tutti questi
soggetti antifascisti devono lavorare insieme per unire le proprie forze, sia
per coordinarsi e acquisire nuova consapevolezza come “continente” e non più
“arcipelago”, sia per moltiplicare le esperienze e sia per fornire ai propri
militanti una più ampia e profonda interpretazione della realtà dei fatti:
realtà oggi nascosta, manipolata e deformata dai mezzi di comunicazione in
funzione degli interessi dei mandanti, anziché del popolo sovrano.
Oggi più che mai,
è necessario ampliare il fronte di mobilitazione, unica possibilità di
aumentare la partecipazione dei cittadini alle lotte esistenti sui nostri
territori: è una questione di libertà e di democrazia.
A questo fine,
anche all'interno dell'A.N.P.I., dobbiamo sviluppare una "coscienza di
rete", per maturare la militanza antifascista come un percorso di
formazione permanente nella lotta: bisogna coinvolgere attivamente più
cittadini possibili per riconquistare i diritti perduti in questi anni di
restaurazione autoritaria della vita collettiva, fondata sulla trasformazione
dei cittadini in sudditi consumatori, silenziosi e inconsapevoli perpetuatori
delle logiche del mercato, anche in violazione dei diritti fondamentali degli
esseri umani e senza alcuna cura dell'equilibrio naturale dell'ecosistema
Terra, a cui il Club di Roma guidato da Aurelio Peccei, intellettuale
antifascista torinese che subì le torture nel famigerato carcere di via Asti,
aveva già messo in guardia il mondo nel 1968 con gli studi pubblicati nel libro
"I limiti della crescita" e che oggi si stanno inesorabilmente
realizzando.
Siamo in emergenza economica, sociale,
culturale, ambientale e civile: ogni ambito della nostra esistenza - materiale
e spirituale, personale e territoriale, lavorativo e familiare, individuale e
collettivo - è attraversato e permeato dalle contraddizioni dell’incertezza e
dall’insicurezza: ecco perché il degrado morale e intellettuale dilaga ed è in
aumento la diffidenza e l’allontanamento dalla politica e dalle istituzioni.
È tempo di
abbandonare ogni ambiguità e reticenza, inaugurando una nuova stagione di lotta
antifascista senza collusioni con i portavoce del potere e i responsabili del
disastro economico, culturale, sociale e politico in cui versa la Repubblica.
È giunta l'ora di
schierarsi e di parteggiare per la libertà, la Costituzione, la democrazia, per
riconquistare la sovranità popolare.
La riscossa del
nostro popolo sarà possibile solo mediante la scoperta, la difesa e la
riappropriazione dei beni comuni, praticando una nuova resistenza nonviolenta
che tragga linfa vitale dalla memoria della Guerra di Liberazione dal
nazifascismo e dall'impegno militante antifascista nei presidi sui territori e
nella comunità che già stanno combattendo.
Noi dell'A.N.P.I.
rinnoviamo l'impegno antifascista e ci schieriamo pubblicamente al fianco di
tutti coloro che oggi, al netto di impropri parallelismi e assurdi richiami al
terrorismo, lottano con lo spirito della Guerra di Liberazione per la concreta
realizzazione di una società altra e possibile.
Chi semina
terrore e violenza, raccoglie dissenso e rivolta.
Abbiamo l’arma più potente dalla nostra
parte, la Costituzione antifascista: deve ancora essere attuata, usiamola,
rendiamola fatto compiuto; non permettiamo ai comitati d'affari che siedono in
Parlamento – e per effetto cascata, nei nostri territori periferici - di
portarcela via eseguendo gli ordini di chi vorrebbe il ritorno
dell’autoritarismo e della dittatura al potere in tutta l'Europa.
Noi siamo per lottare uniti nel rispetto
delle reciproche diversità.
Abbiamo da guadagnarci tutto un mondo.
Fraterni saluti, un abbraccio caloroso!
Nella memoria
l’esempio, nella lotta la pratica!
Firmato:
Direttivo
Sezione A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario" Bussoleno - Foresto –
Chianocco (TO)
Comitato
di Sezione A.N.P.I. "G. Perotti MAVM - A. Appendino" di Torino, Nizza
Lingotto (TO)
Comitato
di Sezione A.N.P.I. “68 Martiri” Grugliasco (TO)
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