Intervento del
Comitato di Sezione ANPI “68 Martiri” di Grugliasco
all’iniziativa “ARTICOLO 11: GRUGLIASCO RIPUDIA LA GUERRA!”
Grugliasco, Centro civico “Nello Farina” - via San Rocco 20
Domenica 4 Novembre 2012 h 12.00
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali
rivolte a tale scopo."
[Art. 11 della Costituzione della
Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza]
“Bartolomeo Vanzetti è
in piedi su un podio, e arringa la folla. Grida e slogan contro la guerra. Due
attivisti srotolano davanti al podio uno striscione rosso con la scritta
“PEACE! NO WAR!”
La politica coercitiva
per il dominio finanziario del mondo, si sta identificando in questi ultimi
mesi con una politica bellicistica tesa a trascinare questo Paese in Europa,
dove è in corso la più feroce guerra che la storia ricordi.
Il Presidente degli
Stati Uniti ha dichiarato che con questo atto si vuole esportare la democrazia
americana nel mondo.
But what democracy, comrades? Quale democrazia?
Quella di Lincoln, che
ancora viveva il sogno della rivoluzione, ed aveva perciò degli ideali?! O
quella di oggi, che si fonda sulla forza e sulla brutalità, e che è espressione
dei politicanti al soldo dei grandi interessi economici?!
This is not the truth, comrades! E noi anarchici, da
anni, lo stiamo predicando: questa guerra, come la maggior parte delle guerre,
è in realtà l’ennesimo conflitto tra le grandi potenze capitalistiche del
mondo… Un conflitto che, come sempre, viene pagato con il sacrificio ed il
sangue del proletariato.
Oggi il governo
americano ci chiede di indossare la divisa e di partecipare alla guerra
d’Europa nell’esercito di questo Paese, che molti di noi hanno scelto come
seconda Patria.
Comrades! I love this country and its people!... Ma questo non vuol dire che io riconosca al governo americano, come non
riconosco a nessun altro governo del mondo, il diritto di esigere, ad esclusivo
interesse del capitale, la vita degli operai, dei manovali, dei braccianti, dei
senza lavoro, che già sono le prime vittime del capitale.
E se questi governi,
qui come altrove, ci chiamano alle armi, noi, in virtù della nostra coscienza
libertaria e pacifista, rispondiamo NO! We say no to enrolment! We say no arms! We say no war!”
[I Vanzetti, estratto dal copione dello spettacolo teatrale
del 16° quaderno del Gruppo Teatro Angrogna]
La Pace, per noi antifascisti di Grugliasco, affonda le radici nella strage nazifascista dei 68 Martiri del 29 e 30 aprile 1945, fatto che ha sconvolto la vita cittadina del nostro territorio e che allo stesso tempo rende chiaro e inequivocabile il motivo che ci ha spinto a confrontarci e approfondire il tema dell’art. 11 della Costituzione, prendendo contatto con Emergency.
Perché la Costituzione
siamo noi: l’Italia ripudia la guerra,
quindi Grugliasco ripudia la guerra.
Dal 2006 l’ANPI
ha avviato la “Nuova Stagione”,
aprendo le porte a chi, pur non avendo combattuto la Resistenza ‘43-‘45 contro i nazifascisti per ragioni anagrafiche,
ne condivide lo spirito e i valori, sanciti dalla Costituzione. Dal 2011 molte
ragazze e molti ragazzi sono entrati a far parte dell’ANPI anche con ruoli direttivi e incarichi di responsabilità.
L’ANPI è e deve
continuare ad essere un’Associazione libera dall’ingerenza esterna di qualunque
organizzazione: la “Nuova Stagione”
deve svilupparsi necessariamente nel solco di questa identità, secondo lo spirito statutario del 1945.
L’ANPI non può
limitarsi a citare la Costituzione e
la Resistenza esclusivamente nei
discorsi ufficiali, alle commemorazioni, nei convegni e nei comunicati stampa,
dando alla cittadinanza un’impronta astratta di sè e delle proprie attività,
rivolta al passato.
Alle parole deve essere dato seguito attivo, concreto e
coerente, anche a titolo di esempio rivolto alla cittadinanza e in particolar
modo alle giovani generazioni, cioè
al presente e al futuro della Repubblica
nata dalla Resistenza.
I principi della Costituzione
e i valori della Resistenza devono
essere praticati e tradotti nella realtà di oggi – l’Italia e il mondo del XXI
secolo – e diventare fatto compiuto, sia attraverso le attività territoriali
dei militanti antifascisti, sia con la partecipazione formale e sostanziale
dell’ANPI – in modo critico,
indipendente e secondo le proprie forme – alle iniziative attualmente in corso per la difesa e l’estensione dei diritti
conquistati in decenni di lotte, anche a fronte di grandi ed estremi
sacrifici.
Forte della propria autorevolezza,
l’ANPI deve impegnarsi attivamente
per la realizzazione di una società democratica autenticamente compiuta, dando
corpo alla Costituzione e
rafforzando il presidio antifascista del territorio repubblicano, contro ogni
tentativo ed ogni progetto presente e futuro – da qualsiasi parte provenga – di
eversione neofascista, corruzione della Costituzione,
regressione dei diritti e restrizione della sovranità popolare.
Viviamo ormai da tempo in un presente di sistematica demolizione della Costituzione
antifascista e di tutti i diritti civili e sociali conquistati con dure lotte
nel corso di tre generazioni, in settant’anni di Repubblica: lavoro,
scuola, sanità, cultura, diritti. L’attuale
classe dirigente – composta da persone corrotte, egoiste, violente, moralmente
ed eticamente degenerate –, non solo in ambito politico, sta volontariamente
e progressivamente cancellando la democrazia, svuotando la Costituzione di ogni
significato e spezzando le radici con la Resistenza.
La nostra sovranità, la sovranità
popolare posta all’inizio della Costituzione
come base irrinunciabile della democrazia, è già stata ridotta fortemente e
rischiamo di perderla completamente: l’azione dell’ANPI non può più prescindere da questo fatto.
Il campo di battaglia dell’ANPI consiste oggi nella riappropriazione
della sovranità popolare, attraverso la preparazione di buoni cittadini e
militanti consapevoli in grado di essere un esempio per le nuove generazioni e
di rendere l’ANPI un punto di riferimento saldo e coerente:
risvegliare le coscienze e movimentare l’azione dei cittadini, con la
formazione permanente alla pratica della democrazia e a vigilanza antifascista
sul territorio. Contestualmente, l’attività dell’ANPI deve essere volta a distinguere, riconoscere e smascherare
coloro che incarnano, sotto nuove e affascinanti forme, sia le idee e le forme tradizionali del fascismo, e sia
le pratiche violente, autoritarie e
reazionarie portate avanti da forze politiche eversive generalmente
definite democratiche e quindi anche istituzionalmente legittimate.
La società attuale è fondata sulla rottura dei rapporti sociali e delle relazioni tra cittadini a livello
locale, fenomeno essenziale e preparatorio per portare avanti la guerra permanente – cioè infinita – a
livello globale: il conflitto tra classi sociali attualmente in corso in
Italia rispecchia quanto accade nel mondo e riguarda il diritto, la partecipazione, la democrazia, la giustizia, la pace, la
civiltà, da una parte, e la prevaricazione, il privilegio, la corruzione, la violenza, la guerra, la barbarie,
dall’altra.
L’ANPI deve
contribuire a sviluppare gli strumenti efficaci affinché prevalga la civiltà
sulla barbarie, il diritto sulla guerra. L’ANPI
deve diventare sempre di più un’associazione presente nelle lotte di oggi.
A questo scopo, occorre non indugiare oltre nella
costituzione di un fronte unitario di
tutte le forze antifasciste: l’ANPI
ha il dovere di far risuonare il proprio richiamo, a svegliare i dormienti ed a
riunire i disciolti, chiamandoli tutti nuovamente a raccolta. La Repubblica democratica, figlia della Resistenza, risorgerà tanto prima quanto
noi saremo in grado di interpretare con lucidità il presente e a modificare con
le nostre azioni il corso della storia.
Guardare al passato –
che in quanto passato non si può cambiare – è un errore e consiste nella nostalgia e nella
ripetizione ossessiva di quanto abbiamo già detto e già fatto, petulante
litania che non giova ai nostri compiti e che anzi ci fa apparire come
portatori malati di sterile, vuota e stanca retorica, allontanando le giovani generazioni anziché avvicinarle
e coinvolgerle attivamente nella lotta antifascista.
Le nostre radici,
cioè il nostro passato, non possono essere ne abbandonate, ne dimenticate, ne
tanto meno recise, come va cianciando qualcuno anche a Grugliasco, di questi tempi: le
radici devono camminare con noi, nelle nostre lotte presenti, sempre, verso il
futuro, nell’eterno esempio che fu dei Partigiani combattenti.
Dobbiamo essere il bosco che – camminando – cura lo sviluppo
di ogni singolo albero e che allo stesso tempo si muove, crescendo collettivamente nel suo insieme, avanzando verso una
nuova, intensa e dolce primavera di progresso nei diritti, a partire
dall’impegno civile sul territorio e dal presidio antifascista, fondamentale e
irrinunciabile, che è la Costituzione
praticata quotidianamente.
La nostra Sezione ANPI,
con determinazione e spirito di servizio, sta crescendo nella capacità
organizzativa e nell’elaborazione dell’attualità dell’antifascismo, ma non lo stiamo
facendo da soli, in modo auto-referenziale: i soggetti associativi e sociali che
incontriamo continuamente sul nostro percorso sono pienamente parte del risorgimento intellettuale e politico che
l’ANPI sta praticando da anni anche a Grugliasco, nel perenne ricordo dei 68
Martiri.
Ecco perché il 4
novembre, nell'anniversario della fine
della Prima Guerra Mondiale, la nostra Sezione ANPI ha invitato la cittadinanza a partecipare ad una giornata di formazione civile sul tema della Pace,
con modalità aggregativa e conviviale, spezzando lo stesso pane alla stessa
tavola: pane per lo stomaco, pane per il cervello, pane per il cuore: questo è
il senso profondo del nostro essere, sentirci e chiamarci compagni, per elevare la consapevolezza e la coscienza
civile dei cittadini grugliaschesi e
sfondare tanto la cortina dell’ignoranza quanto la nebbia dell’indifferenza.
L'obiettivo è condividere
conoscenze ed esperienze per rilanciare a livello locale l'impegno per la Pace
contro la guerra, invitando alcuni esperti accuratamente individuati e
selezionati dopo anni di riflessione: le compagne e i compagni di Emergency, gruppo territoriale di Torino,
che molto hanno fatto in questi anni e che di fatto incarnano l’art. 11 della Costituzione.
L’ANPI ed Emergency condividono molto, anche se
bisogna approfondire i rapporti e conoscersi meglio, per capire meglio quale
possibile futuro si possa costruire coordinandosi insieme in modo sinergico e
virtuoso: in fondo stiamo presidiando lo stesso territorio.
Noi dell’ANPI
affermiamo che la Resistenza, la Guerra di Liberazione partigiana contro i nazifascisti nel 1943-1945,
è stata combattuta affinché fosse l’ultima guerra della storia.
Nella rivolta
dell’oppresso contro l’oppressore, nel riscatto dei deboli e dei poveri contro
chi produce debolezza e povertà, noi ritroviamo noi stessi e il nostro agire
comune oggi: l’esempio ribelle dei Partigiani è sempre attuale.
Infatti, il Partigiano
Antonio Falbo, Presidente del nostro Comitato di Sezione e famoso artista
locale, per il 60° anniversario della Festa di Liberazione nazionale 1945-2005,
aveva prodotto migliaia di medagliette portachiavi su cui c’era scritto “Resistenza per la Pace”, il simbolo era
una mano che tendeva aiuto ad un’altra, spezzando le catene che la tenevano
imprigionata.
Il Partigiano Luigi
“Gino” Cattaneo, Comandante della Divisione Partigiana “Renzo Cattaneo”,
racconta sempre che alla liberazione di Torino nel 1945, i fascisti feriti
rimasti a terra ricevevano lo stesso trattamento dei feriti partigiani,
venivano cioè raccolti e portati all’ospedale più vicino, riposando nelle
brande fianco a fianco agli antifascisti: questa era l’ultima lezione per i
traditori fascisti, cecchini assassini nascosti negli anfratti dei palazzi di
Torino, l’ultima corsa per la loro umanità.
Ed è la stessa cosa che nel 2011 ha dichiarato Cecilia Strada, Presidente di Emergency,
rispondendo alla domanda del signor Edward Luttwak, viscido e infido portavoce
dei signori della guerra USA: “io non
voglio parlare di Afghanistan con Emergency, un'organizzazione che nel 1944 in
Italia avrebbe curato le SS, così una volta curati potevano tornare a uccidere
i partigiani. Questa è la loro ideologia in Afghanistan”. Cecilia aveva
detto: "avremmo curato anche le SS
durante la Seconda Guerra mondiale. Certo. Avremmo curato anche le SS. Noi
curiamo persone. Un medico che non cura commette un reato, lo dice la
Convenzione di Ginevra, lo dice il buonsenso, lo dice l'umanità, non lo diciamo
solo noi. Ma vi immaginate un medico del pronto soccorso che quando arriva un
paziente chiede prima di curarlo 'tu per chi hai votato? O come la pensi?”.
Un altro esempio, un altro anello di congiunzione tra le
nostre associazioni e il nostro impegno comune, lo ritroviamo con il Partigiano Armando “Armando” Valpreda, già
Presidente del nostro Comitato di Sezione, che purtroppo i più giovani di noi
non hanno conosciuto. Armando è partito per l’Ultimo Viaggio la notte di
capodanno tra il 2000 e il 2001, stroncato dalla malattia, ma rimane un esempio
positivo e lungimirante per tutti noi. Una delle sue ultime richieste era stata
quella di non volere fiori al suo funerale, ma piuttosto invitava a donare
offerte a Emergency, per i suoi
progetti e il suo aiuto concreto ai bambini mutilati dalle mine antiuomo e dai
bombardamenti NATO, a significare che la
nostra opera e la nostra lotta antifascista devono rivolgersi ai vivi, al
presente e al futuro. Non significa dimenticare i morti, significa fare in
modo che i vivi conoscano la storia a partire dalla pratica concreta e attiva della democrazia, dalla comprensione dei processi, dei meccanismi,
delle dinamiche e del contesto che hanno generato la guerra, la dittatura, la
fame, il fascismo e il nazismo, perché solo così la nostra società potrà
sviluppare gli anticorpi al fascismo sotto qualunque forma si presenti:
dobbiamo puntare armi caricate a coscienza e diritti anziché erigere statiche
muraglie difensive che il tempo presto o tardi corroderà.
Dovremmo realizzare insieme questa sorta di bosco che
cammina e che, perpetuando e rinnovando se stesso, aumenta la portata delle
chiome e tiene gli alberi abbracciati insieme, popolo serrato di sana e robusta
Costituzione.
La Pace e la Democrazia sono orizzonti, prospettive;
la partecipazione e la nonviolenza sono i mezzi con i quali
dobbiamo camminare fianco a fianco; la Costituzione
e la Dichiarazione dei Diritti Umani
sono le nostre armi, che dobbiamo tenere sempre cariche e pronte all’uso.
La scelta della militanza
antifascista che abbiamo maturato a Grugliasco in questi anni, a fianco dei
Partigiani combattenti, ci vedrà
impegnati per tutta la vita, anche a fianco di Emergency, per la fine di tutte le guerre e la realizzazione piena
e completa di una società di “cittadini liberi ed eguali in dignità e diritti, dotati di ragione e di
coscienza, che agiscano gli uni verso gli altri con spirito di Fratellanza”.
Alcide Cervi, a cui i nazifascisti hanno portato
via barbaramente sette figli, diceva sempre che “dopo un raccolto ne viene un
altro”.
Noi andiamo avanti, uniti, continuiamo a seminare, pronti
per il raccolto e per nuove semine.
Abbiamo da guadagnarci tutto un mondo, anche a Grugliasco.
Viva la Pace, viva la Costituzione, viva l’ANPI,
viva Emergency!
Nessun commento:
Posta un commento