Roma, 9
dicembre 2011
Il Presidente
Nazionale ANPI sullo sciopero del 12 dicembre, “Se non ora,
quando?” e Piazza Fontana: “Piena e sentita l’adesione della nostra Associazione
ai tre eventi”
Nei prossimi
giorni, si verificheranno tre eventi di diverso contenuto e con diverse modalità, ma
tutti estremamente importanti, di fronte ai quali l’ANPI non può che manifestare la
sua piena, sentita, partecipe assonanza.
Lo sciopero di
tre ore, proclamato per lunedì 12 dicembre dalle tre Confederazioni sindacali, è un fatto straordinario già per il
fatto stesso della ritrovata unità, su temi di tanto rilievo e di così forte
impatto sociale. Ma c’è di più. Questo sciopero non è di quelli che mirano a
far cadere un Governo, ma costituisce un modo fermo e deciso per ottenere che
nella manovra in corso ci sia – accanto al rigore – maggiore equità.
Non si chiede,
dunque, nulla di impossibile, anche se è noto che i tempi stringono e che l’operazione
non può che essere contrassegnata da una risolutezza e tempestività indispensabili;
ottenere che non si colpiscano o si colpiscano meno i sacrificati di sempre,
coloro che hanno sempre pagato, e si usi una maniera più forte nei confronti
degli evasori fiscali, dei detentori di patrimoni immobiliari e finanziari rilevanti,
vale a dire dei più abbienti, non significa negare la possibilità e l’urgenza
di provvedimenti anche duri, ma solo pretendere che si mantenga soprattutto
quell’equità sociale che lo stesso Governo Monti, all’atto della sua nascita,
ha assunto come un impegno ineludibile.
Quanto al
secondo evento, mi riferisco alle manifestazioni indette dalle donne per domenica 11 dicembre, “Se non
ora, quando?”, a Roma e in
tante piazze d’Italia. Le donne sono state le prime, il 13 febbraio scorso, a
dare un grande segnale di risveglio e la dimostrazione concreta di un
cambiamento possibile. Adesso tornano in piazza a chiedere ancora di più. Ma
non è tanto la parola d’ordine che ci preme (spetta alle donne decidere ciò che
vogliono e pretendono e fissare i loro obiettivi) quanto il fatto in sé di un forte
appello, per una nuova e fortissima presenza delle donne sulla scena politica.
Salutiamo, dunque, questa manifestazione non solo con piacere e soddisfazione, ma
come il segno di una comune speranza di un futuro migliore.
Infine, lunedì 12 dicembre ricorrerà il 42°
anniversario della strage di Piazza Fontana.
Milano la
ricorderà degnamente, come fa ogni anno; non si tratta, peraltro, solo di una questione
milanese, ma di una questione nazionale. Piazza Fontana è stata non solo un
attacco gravissimo e terribile alla vita di tante persone inermi, ma ha
costituito uno dei più gravi attacchi alla stessa democrazia del nostro Paese.
Come tale esso va rievocato, non solo per stringersi ancora una volta attorno
ai sopravvissuti ed ai familiari delle vittime, che vanno sempre affettuosamente
ricordati, ma anche perché non si può ammettere che su una simile, tragica
vicenda, cada l’oblio; così come non è accettabile che non si conosca ancora
tutta la verità. A completare il quadro già in sé insufficiente (anche se ormai
è pacifica la matrice, individuata nella destra nera), mancano ancora troppi
tasselli (il ruolo di alcune parti dello Stato, i dirottamenti e le deviazioni,
le responsabilità di esecutori e mandanti, ecc.), che vanno colmati, se non sul
piano giudiziario, almeno su quello della verità storica, che è poi, ora e
sempre, uno dei fondamenti della democrazia.
Per questo,
bisogna insistere ancora e con forza perché si elimini ogni forma di segreto,
perché tutto divenga chiaro, limpido e trasparente; la verità serve non solo a completare
la conoscenza storica ed a lenire, almeno in parte, il dolore, ma serve soprattutto
come monito e deterrente per il futuro e per creare anticorpi idonei a
difendere da ogni possibile attacco la nostra democrazia.
Il Presidente
Nazionale ANPI
Carlo Smuraglia
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