giovedì 23 settembre 2010

Documento ANPI sulla serata dedicata all'Iran e ai Diritti Umani


Contributo dell’A.N.P.I. Grugliasco per una riflessione collettiva
al Comitato Medaglia d’Argento del 23 Settembre 2010


Siamo stati convocati per questa sera con l’intenzione di esprimere:
- contrarietà alla violazione dei diritti umani in IRAN
- solidarietà alla lotta di resistenza dell’IRAN
- solidarietà alle donne che subiscono il regime IRANIANO

L’A.N.P.I. “68 Martiri” di Grugliasco nei giorni passati si è riunita nella sua sede per discutere sul tema proposto, attraverso una discussione che comprendesse documenti e dati e che unisse le diverse generazioni della nostra Associazione, Ente Morale dal 5 Aprile 1945.
Si intende condividere con tutti i presenti quanto emerso all’interno dell’A.N.P.I.

A tal proposito elenchiamo i Paesi nel mondo in cui vige e viene praticata la pena di morte [fonte Amnesty International, periodo 1° gennaio 2010 – 28 luglio 2010]:
Arabia Saudita almeno 15
Autorità palestinese (Gaza) 5
Bahrein 1
Bangladesh 5
Bielorussia 2
Cina dati non resi pubblici
Egitto almeno 2
Giappone 2
Iran almeno 144
Iraq almeno 1
Libia almeno 18
Somalia almeno 2 (milizie al Shabab)
Stati Uniti d’America 33
Sudan 6
Taiwan 4


In particolare, vogliamo citare i Paesi in cui è prevista e praticata la pena di morte per lapidazione [fonte Amnesty International]:
Arabia Saudita
Emirati Arabi Uniti
Iran
Nigeria
Pakistan
Yemen
Provincia di Aceh (Indonesia)
(se ne ha traccia anche in Somalia e Afghanistan)

Sempre Amnesty International ci ricorda come il nostro Paese, l’Italia:
A distanza di oltre 20 anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, resta priva di uno specifico reato di tortura nel codice penale. (…)
L'Italia non ha ratificato il Protocollo opzionale alla Convenzione, che imporrebbe l'adozione di meccanismi di prevenzione della tortura e dei maltrattamenti, tra cui un'istituzione indipendente di monitoraggio sui luoghi di detenzione, e non si è dotata di un'istituzione indipendente per il monitoraggio sui diritti umani né di un organismo indipendente di denuncia degli abusi della polizia.
Tuttora non dispone di regole per l'identificazione degli agenti di polizia durante le operazioni di ordine pubblico.

L’A.N.P.I. “68 Martiri” di Grugliasco, dunque, si è trovata a notare come le cose che condanniamo in Iran siano drammaticamente presenti, magari con altre sfumature e sotto altre forme, in moltissimi altri Paesi, incluso il nostro.
Dunque ci siamo domandati come si possano condannare le stesse azioni in un Paese e non farlo in un’altra realtà.
Non è infatti possibile essere contrari alla pena di morte in Iran, e non esserlo allo stesso tempo negli Stati Uniti d’America o nella Repubblica Popolare Cinese, o appoggiare chi resiste al regime iraniano, e non appoggiare chi resiste alla colonizzazione israeliana in Palestina.
Come dice Gino Strada, fondatore di Emergency, intervistato proprio a proposito della vicenda della signora Sakineh Ashtani: “Nessuno deve essere lapidato, come nessuno deve essere ucciso in nessun carcere del mondo”.
I diritti sono tali perché valgono per tutti, altrimenti non possiamo definirli diritti.

Inoltre, in questa sede, vorremmo esprimere e condividere una nostra grande preoccupazione che è emersa nella nostra discussione.
Come la storia recente e non solo ci insegna, il potere moderno ancor più che quello antico ha bisogno di avere dalla sua parte la cosiddetta “opinione pubblica” per promuovere la guerra in altri Paesi.
Ed è così che si martella mediaticamente (tramite TV e giornali) un popolo intero (italiano, europeo, occidentale) usando ogni occasione per descrivere il Paese oggetto d’interesse, come fonte di ogni atrocità e ingiustizia e come il male assoluto, ben sapendo che solo una stregua minoranza approfondirà per conto proprio il tema, poiché solo una stregua minoranza ha tempo, volontà e gli strumenti per poterlo fare.
La nostra preoccupazione è che riportando la realtà mediata, talvolta storcendola, talvolta raccontandola omettendone parti talvolta mentendo spudoratamente, i media occidentali attraverso i quali l’informazione arriva nelle nostre case stiano preparando l’opinione pubblica ad accettare una guerra nei confronti dell’Iran. Tale processo, come ci hanno informato anche europarlamentari italiani negli ultimi anni, è in corso da anni e prosegue a tappe sempre più serrate, martellando ora sulla questione del nucleare, ora sulla questione dei diritti umani.
Noi non vogliamo far parte di questo processo, né aiutarne in alcun modo la realizzazione.

Pertanto chiediamo a questa assemblea di mantenere i propositi della serata, ma volgendoli al mondo intero, per l’universalità rappresentata dei valori della Resistenza e dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, dopo aver vissuto il dolore della Seconda Guerra Mondiale (quasi 60 milioni di morti di cui 11 nei campi di concentramento e sterminio).
In questo modo il documento che arriverebbe nei Consigli Comunali si concentrerebbe sui contenuti, sui valori di cui si fa portatore questo Comitato, e non su quel Paese piuttosto di un altro, rischiando inevitabilmente di sviarne il vero significato.

Essendo parte del Comitato, non siamo d’accordo con la presa di posizione contro un singolo Stato, la qual cosa potrebbe rivelarsi un pericoloso precedente, ma in funzione di una posizione per i diritti di tutti gli esseri umani in quanto cittadini del mondo, per l’autodeterminazione laica dei popoli e delle donne.

Dunque chiediamo che il documento esprima:
- contrarietà alla violazione dei diritti umani
- solidarietà alle Lotte di Resistenza
- solidarietà alle donne che subiscono violenze e l’ineguaglianza di trattamento
in ogni parte del mondo ove questo accada.

Suggeriamo e proponiamo di proseguire la discussione organizzando momenti di formazione pubblici includendo le organizzazioni umanitarie che effettivamente operano per i diritti umani, quali possono essere le già citate Emergency e Amnesty International, per promuovere dibattiti aperti a tutta la cittadinanza con la finalità di approfondire il tema dei diritti umani e giungere non solo a un documento da presentare nei Consigli Comunali, ma a un’assunzione di responsabilità collettiva e a una maggiore consapevolezza del nostro essere cittadini della Repubblica Italiana e del mondo.


A.N.P.I. “68 Martiri” Grugliasco

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